UCRAINA e FRANCIA : PRIMA FIRMA per CACCIA RAFALE e SISTEMI SAMP/ NG

Il presidente Zelensky e il presidente Macron hanno firmato una Lettera d’Intenti che apre a un possibile pacchetto di difesa di grande portata, con l’Ucraina interessata a ottenere fino a 100 caccia Rafale e sistemi di difesa aerea SAMP/T NG con missili Aster. Si tratta di un’intesa preliminare, non di un contratto vincolante, che guarda alla capacità militare dell’Ucraina nel lungo periodo. La firma arriva mentre Kiev è investita da un grave scandalo di corruzione legato a tangenti sui contratti per la protezione della rete energetica.

L’obiettivo dichiarato da Kiev è costruire una flotta di circa 250 velivoli occidentali, suddivisa tra F-16, Gripen e Rafale. Zelensky mantiene infatti tre canali negoziali aperti con Stati Uniti, Svezia e Francia. L’Ucraina diventerebbe il quarto operatore europeo del Rafale e uno dei principali utilizzatori globali, qualora venisse confermato il numero massimo di velivoli.

Il pacchetto include anche i SAMP/T NG, sistema con capacità migliorate contro missili balistici e minacce multiple. Le consegne ai Paesi UE inizieranno nel 2027 e l’Ucraina punta a inserirsi nella stessa linea di produzione. La versione NG rappresenta un salto di qualità rispetto ai sistemi precedentemente inviati a Kiev, spesso criticati perché obsoleti.

Il Rafale è uno dei caccia europei più avanzati, capace di svolgere missioni di superiorità aerea, attacco profondo e ricognizione. Può trasportare un ampio ventaglio di armamenti, tra cui il missile Meteor a lunghissima gittata. Tuttavia, i tempi di consegna non sarebbero immediati: la linea Dassault è già impegnata con oltre 200 ordini e la produzione salirà a quattro velivoli al mese solo dal 2028-2029.

Il nodo centrale resta il finanziamento. La Lettera d’Intenti non definisce costi né fonti di copertura. Tra le ipotesi discusse figurano aiuti occidentali e strumenti NATO, ma anche l’eventuale impiego degli asset russi congelati in Europa, tema ancora politicamente bloccato. Restano inoltre interrogativi sulla sostenibilità logistica di flotte eterogenee e sul reale numero di piattaforme che Kiev potrà permettersi e mantenere nel tempo.
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