L'assessora Porcaro definisce l'omicidio Emanule Scieri un "incidente" nel consiglio comunale Pisa
Автор: Una città in comune Pisa
Загружено: 2025-05-24
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L'omicidio di Emanuele Scieri? «Un incidente superato grazie alla Giunta comunale»
Dopo le esternazioni del consigliere Maurizio Nerini che ha definito Ernesto Che Guevara un «guerrafondaio stupratore», nella giornata di ieri abbiamo assistito ad un'altra dichiarazione vergognosa da parte di un'esponente della Giunta Conti: un altro tentativo gravissimo di riscrivere la storia.
L'assessora Gabriella Porcaro ha sostenuto che la morte di Emanuele Scieri è stata un incidente («purtroppo è vittima di un incidente per mano dei suoi commilitoni»), incidente «superato con il tempo anche grazie a un'importante interlocuzione» della Giunta comunale di Pisa, che ha avvicinato la famiglia Scieri alla Scuola di paracadutismo.
Ricordiamo alla assessora Porcaro che Emanuele Scieri è stato ucciso nel 1999 e che per moltissimi anni non è stato possibile superare il muro di gomma e di criminale omertà eretto dal personale della Folgore, a partire dai suoi vertici. Fosse stato per il Capar, quella morte sarebbe rimasta derubricata a suicidio, o - appunto - a incidente. Non ci sarebbe stata alcuna giustizia.
Solo due anni fa, nell'ottobre 2023, dopo un lungo percorso costruito grazie alla determinazione della famiglia e degli amici, con le pressioni fatte dalla società civile - tra cui anche il Consiglio comunale di Pisa -, e grazie alla professionalità di un magistrato, si è arrivati finalmente a una verità giudiziaria. Due caporali della Folgore sono stati dichiarati colpevoli di omicidio volontario e condannati: per aver picchiato Scieri e per averlo costretto a subire delle barbare e violente pratiche di nonnismo diffuse all'interno della caserma, per avergli inflitto delle sevizie finite in tragedia. Il corpo agonizzante di Scieri è stato quindi occultato dai due commilitoni, che hanno così portato la recluta a una morte atroce.
È stato il clima di nonnismo diffuso nella Capar, accertato dalle indagini, a dare ai caporali la certezza dell'impunità, la garanzia di ricevere protezione da parte dei superiori: è questo il vero colpevole della morte di Scieri, un sistema di violenza perpetrato come metodo educativo nei confronti delle reclute e di coloro che non si piegavano a una gerarchia ottusa e prevaricatrice.
Il non riconoscere questa storia, questa parte dell'identità della Folgore, è uno degli aspetti più gravi della delibera con cui la maggioranza ha voluto conferire la cittadinanza onoraria di Pisa al Capar, contro cui il nostro gruppo consiliare ha votato.
Ma è il resto dell'affermazione di Porcaro che forse risulta ancora più grave. La morte di Scieri non è stata superata grazie a un incontro tra i familiari straziati e i rappresentanti dell'istituzione all'interno del quale è morto. Se la famiglia ha ottenuto una giustizia tardiva, è stato grazie a una sentenza arrivata nonostante il comportamento della Folgore. I percorsi personali di riconciliazione non possono essere strumentalizzati per coprire sotto la sabbia delle ferite che riguardano tutta la società e tutte le istituzioni, in particolare la Capar.
Le ferite vanno pulite ed esposte all'aria aperta, mostrate alla luce dell'attenzione pubblica e giudicate per quello che significano. Solo così possiamo sostenere che la Capar sia un'istituzione pienamente inserita nell'ordinamento democratico. Ancora, purtroppo, fa fatica a esserlo.
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