Quando il Friuli si trasformò nel KAZAKISTAN (Kosakenland)

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Nel quadro dell'Operazione Ataman, il Friuli (e in particolare la regione della Carnia) subì un'occupazione di truppe cosacche e caucasiche sul finire della Seconda Guerra Mondiale. L'intento dei cosacchi era quello di stabilirsi temporaneamente in Carnia nella speranza di poter ottenere in seguito, da parte tedesca, il permesso di rientrare nella madrepatria (in Ucraina e Russia) una volta terminato il conflitto. Per convincerli, Berlino utilizzò lo stratagemma di tratteggiare la Carnia come una "terra promessa", nella quale i cosacchi avrebbero trovato pace e stabilità: il Kosakenland. Per gli italiani dell'area, l'arrivo di kazaki, turkmeni, georgiani, russi e ucraini fu un fulmine a ciel sereno che stravolse, dal giorno alla notte, la vita locale. Borghi come quello di Alessio vennero rinominati in Novočerkassk, mentre nei paesini carnici i cosacchi costruirono in pochi mesi le tradizionali case russe (le isbe) e iniziarono a mescolarsi con i locali. Tra il 44 e il 45, il Friuli si era trasformato in un piccolo Kazakistan.

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Fonti utilizzate:
1) Carnier (1965), L'armata Cosacca in Italia 1944-1945.
2) Carnier (2016), Cosacchi contro partigiani: Friuli occidentale. 1944-1945.
3) Franzolini (2015), Kazacija Zemlja. Terra cosacca al confine orientale d'Italia.