L'Austria Rise dei 'Combattenti col Pugnale' Italiani, Poi 600 Arditi Riconquistarono una Montagn...
Автор: PeterAir
Загружено: 2025-11-30
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Dopo il disastro di Caporetto nell'ottobre 1917, l'Europa intera credeva che l'Italia fosse finita. Gli austriaci deridevano i nuovi reparti d'assalto italiani, uomini armati di pugnali in un'epoca di mitragliatrici. Li chiamavano "combattenti medievali" e li consideravano una barzelletta. Ma il 15-16 giugno 1918, durante la Battaglia del Solstizio, seicento Arditi comandati dal Maggiore Giovanni Messe ricevettero un ordine impossibile: riconquistare tre montagne in una sola notte. Senza supporto di artiglieria, armati di pugnali e della Villar Perosa, il primo mitra della storia, quegli uomini scalarono Col Moschin e in soli venti minuti travolsero le difese austriache, catturando trecento prigionieri e diciassette mitragliatrici. Questa è la storia degli uomini più temuti della Prima Guerra Mondiale, del soldato semplice che divenne Maresciallo d'Italia, e dell'eredità che vive ancora oggi nel Nono Reggimento "Col Moschin," le forze speciali italiane.
FONTI:
Le informazioni storiche presentate in questo video provengono da una ricerca approfondita su fonti militari e accademiche. Per quanto riguarda la Villar Perosa, i dati tecnici e le date di sviluppo derivano dagli archivi del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e dalle pubblicazioni tecniche sulla storia delle armi automatiche italiane, inclusi i registri brevettuali del 1914 di Abiel Revelli. Le specifiche dell'arma, inclusa la cadenza di fuoco di tremila colpi al minuto, sono documentate nei manuali militari dell'epoca conservati presso l'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano.
La storia degli Arditi e la loro formazione nel campo di Sdricca di Manzano sono documentate negli archivi del Comando Supremo italiano e nelle memorie del Colonnello Giuseppe Bassi. Il riferimento al manuale medievale "Fior di Battaglia" di Fiore dei Liberi come base per l'addestramento al combattimento corpo a corpo è attestato nelle ricerche di storici militari italiani specializzati nella Prima Guerra Mondiale.
I dettagli della Battaglia di Col Moschin del 15-16 giugno 1918 provengono dai rapporti operativi del IX Reparto d'Assalto e dai diari di guerra del IX Corpo d'Armata italiano. I numeri dei prigionieri catturati, delle mitragliatrici sequestrate e i tempi dell'assalto sono confermati sia da fonti italiane che da rapporti austro-ungarici dell'epoca, conservati negli archivi militari di Vienna.
La biografia di Giovanni Messe è stata ricostruita attraverso documenti ufficiali dell'Esercito Italiano, inclusi i registri di servizio che attestano la sua carriera dal 1901 al 1943, la sua promozione a Maresciallo d'Italia e il suo ruolo come comandante in Nord Africa. Le valutazioni sulla sua competenza militare provengono da studi comparativi di storici militari internazionali.
Per quanto riguarda l'eredità moderna, le informazioni sul Nono Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin" derivano da fonti ufficiali del Ministero della Difesa italiano e dal Comando delle Forze Speciali dell'Esercito. L'adozione del basco grigio-verde nel 2019 e il collegamento storico con gli Arditi originali sono documentati nelle comunicazioni ufficiali del reggimento.
Infine, l'influenza della Villar Perosa sullo sviluppo delle armi automatiche successive, incluso il lavoro di Tullio Marengoni per Beretta e l'ispirazione fornita all'ingegnere tedesco Heinrich Vollmer, è attestata nella letteratura tecnica sulla storia delle armi da fuoco portatili del ventesimo secolo.
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