Perugia e i suoi artigiani: presentato il Calendario Civile 2026 tra storiae memoria

Il quinto calendario dedicato alla tradizione artigiana della città, tra fotografie storiche, mappe e testimonianze, ripropone un patrimonio di identità e mestieri in via di estinzione

(Perugia) La città riscopre le proprie radici artigianali con il Calendario Civile 2026, un’opera che unisce memoria storica e arte, presentata nella prestigiosa sede dei Notari
Dopo una pausa di un anno, il Calendario Civile della città di Perugia torna nel 2026 celebrando la ricca tradizione artigiana che ha segnato nel tempo il volto e la cultura della comunità umbra. La presentazione, avvenuta nella Sala dei Notari lo scorso mese, ha attirato un pubblico variegato di rappresentanti istituzionali, associazioni culturali, storici, artigiani e cittadini, desiderosi di riscoprire e valorizzare il patrimonio locale.
Il Calendario, giunto al suo quinto appuntamento, si distingue per essere un’opera ricca di contenuti e di significato, portando alla luce storie e immagini del passato artigiano di Perugia. La tematica centrale è quella delle piccole imprese e dei mestieri tradizionali che, tra il XIX e il XX secolo, hanno caratterizzato la vita quotidiana delle vie e delle piazze della città.
Un patrimonio di storie documentate e immagini d’epocaL’elemento innovativo di questa edizione risiede nella ricchezza di testimonianze documentate, con fotografie storiche e mappe che illustrano la posizione delle botteghe e dei laboratori artigianali. La prefazione, a firma di Attilio Bartoli Longelli, intitolata “C’erano una volta gli artigiani”, traccia un profilo delle arti e mestieri perugini, evidenziando le principali attività e i luoghi di produzione, oggi in larga parte scomparsi o trasformati.
Particolarmente interessante è la sezione dedicata alle “lapidi degli artigiani”, un elenco fotografico delle targhe e delle iscrizioni presenti nei monumenti e lungo le vie della città, testimonianze silenziose di un passato vivo e radicato. Vi è anche uno spazio dedicato ai “nuovi artigiani”, a testimonianza di una volontà di collegare passato e presente, evidenziando figure di artigiani contemporanei impegnati nel mantenimento e nella rinnovazione di antiche tradizioni.
Un’immersione nelle storie di vita e di mestiereOgni mese, sul calendario, sono inseriti testi che approfondiscono la storia di specifici mestieri, dalla sartoria all’arte muraria, dalla produzione ceramica alla tessitura. Racconti che vanno oltre la semplice descrizione delle attività, offrendo spunti di riflessione sulla quotidianità, sulle sfide e sui valori degli artigiani di un tempo.
Tra i temi trattati anche gli artefatti di artigianato, come le decorazioni pittoriche e le opere di tarsia, fino alle industrie di produzione di mobili e alla tradizione dei gelatieri e pasticceri, elementi che costituiscono un patrimonio culturale di inestimabile valore.
Una prospettiva di tutela e rinascitaIl progetto, patrocinato dal Comune di Perugia e promosso da varie associazioni ( tra cui la Società del Mutuo Soccorso, l’ANPI, la Famiglia Perugina, l’ISUC, AltreMenti, Micropolis, CRES, la Societá del Gotto, Sez. Partigiane d’Italia e Sez. 28 Marzo CGIL.) si configura come un’operazione di recupero, valorizzazione e trasmissione identitaria. La presenza di storici e di rappresentanti delle categorie artigiane sottolinea l’importanza di preservare memorie e mestieri, promuovendo anche iniziative di formazione e sensibilizzazione sulle nuove generazioni. Presente all’incontro anche il gruppo di lavoro del Calendario composto da Giovanni Brozzetti. Emidio de Albentiis, Osvaldo Fressoia, Jacopo Manna, Alessandra Migliorati, Roberta Perfetti, Primo Tenca, Renzo Zuccherini.
Il Calendario Civile 2026 di Perugia si presenta dunque come molto più di un semplice strumento temporale: è un vero e proprio racconto per immagini, parole e oggetti che testimonia il passato e ispira il presente. Nel momento di profonda trasformazione sociale ed economica, la sua pubblicazione è un gesto di consapevolezza e di orgoglio per una comunità che riconosce nella propria tradizione artigianale un motore di identità culturale.