Reportage La Transumanza lucana arriva fino all'Expo di Milano
Автор: trmh24
Загружено: 2015-06-06
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Lagonegro – Anche quest’anno la Basilicata è stata attraversata dagli allevatori che abitualmente fanno la transumanza. Circa 2.000 i capi di bestiame coinvolti complessivamente che hanno percorso, oggi con l’aiuto di grandi camion e mezzi autoarticolati, i vecchi “tratturi” di montagna rinnovando questa tradizione antichissima. Una di queste carovane è arrivata a Lagonegro sino in vetta al monte Sirino, sulle sponde del Laudemio, il lago di origine glaciale più a sud d’Europa e più alto dell’Italia meridionale, a circa 2000 metri sul livello del mare. Un viaggio affascinante e faticoso per uomini e animali, cominciato a Tursi, sulla costa jonica, e che ha raggiunto i promontori scoscesi di Maratea che si affacciano sul mar Tirreno, ripercorrendo all’inverso i luoghi attraversati da Rocco Papaleo nel famoso film Basilicata coast to coast: Carbone, Sant’Arcangelo, Moliterno. Cinque giorni, durante i quali due allevatori lagonegresi hanno percorso 140 chilometri complessivi con le loro mandrie: più di 200 vacche podoliche di razza purissima, che nascono e muoiono in alta montagna e trascorrono tutta la vita allo stato brado, nutrendosi dei foraggi autoctoni e naturali. L'iniziativa si è avvalsa del supporto del Gal-La Cittadella del Sapere, diretto da Nicola Timpone, nell’intento di coinvolgere i ragazzi delle scuole in progetti didattici extracurricolari e, soprattutto, allo scopo si promuovere in Italia e all’estero i prodotti della filiera eno-gastronomica del nostro territorio.
Un tempo tutti gli allevatori erano soliti tenere i loro capi di bestiame sugli alpeggi incontaminati e verdissimi della nostra regione, per poi scendere verso il mare nei rigidi mesi estivi. Oggi questa tradizione antichissima resiste solo in pochi posti in tutta Italia: in Basilicata viene ancora allevata la famosa razza Podolica ( trapiantata circa duemila anni fa da una remota egiziana ai confini tra Romania e Ucraina, la Podoloa appunto ) che produce una carne saporita e ricca di proteine e un latte grasso e denso da cui si ricava il celebre caciocavallo: un prodotto ricercatissimo, che viene esportato in tutto il mondo nelle due versioni fresca e stagionata, e che raggiunge prezzi considerevoli soprattutto sui mercati stranieri, dove viene venduto anche al di sopra dei quaranta euro al chilo. Un marchio dop da tutelare e salvaguardare: Luigi Diotaiuti, il pluri-premiato chef italo-americano di origini lagonegresi, nel suo ristorante “Al Tiramisù” di Washington suggerisce ai suoi ospiti elaborate ricette di nouvelle cuisine preparate con tutte le prelibatezze lucane, dai fagioli di Sarconi ai peperoni cruschi di Senise. Nei suoi piatti utilizza anche i derivati della Podolica, la carne e il formaggio, e tutti gli anni partecipa personalmente alla Transumanza insieme al fratello Antonio. Grazie al contributo del Gal quest’anno la transumanza è stata filmata addirittura un drone, che ha seguito il percorso dall’alto con una telecamera per girare immagini esclusive che saranno utilizzate per un documentario che uscirà negli Stati Uniti nel prossimo autunno.
Il neo assessore alle risorse agricole e forestali della Regione Basilicata Luca Braia ha raggiunto gli allevatori al ritrovo del monte Sirino, dove ha incontrato anche tanti alunni delle scuole elementari e medie di Lagonegro e di Lauria. Insieme agli studenti, accompagnati dai loro docenti, Braia ha sottolineato la necessità di far conoscere le ricchezze della nostra terra alle giovani generazioni. Tra un sorso di Aglianico e un assaggio per tutti di salsiccia e caciocavallo su un'area fragrante di pane fresco cafone, l’assessore ha consegnato a Luigi Diotaiuti il corno di podalica lavorato in legno d’ulivo: il simbolo scelto dalla Regione Basilicata per l’Expo 2015, che Diotaiuti ha ricevuto per primo, e che verrà assegnato in futuro a lucani che vivono all’estero e che fanno conoscere la Basilicata nel mondo dando lustro alla nostra regione. Contemporaneamente Antonio Diotaiuti, il fratello di Luigi, ha donato a Braia il suo personale ed affezionatissimo “crocchio”, il bastone con il manico rinforzato che solitamente raffigura una testa di animale selvatico, utilizzato in montagna dai pastori per guidare le greggi e difendersi dai lupi, che l’assessore ha assicurato conserverà nel suo ufficio in Regione per tutto il corso del suo mandato.
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