Maltempo in Veneto: Zaia dichiara lo stato di emergenza per i danni nel Vicentino e Veronese
Автор: Chioggia Notizie
Загружено: 18 апр. 2025 г.
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Il maltempo che ha colpito il Veneto nella notte tra il 17 e il 18 aprile 2025 ha avuto conseguenze drammatiche, con il presidente della Regione, Luca Zaia, che ha dichiarato lo stato di emergenza per i comuni del Vicentino e del Veronese maggiormente colpiti. L’evento meteorologico, di portata eccezionale per intensità e quantità di precipitazioni, ha causato due vittime, un padre e un figlio, che hanno perso la vita mentre cercavano di portare soccorso a Valdagno, dove un'improvvisa voragine si è aperta a causa della forza delle acque. I corpi dei due uomini, Leone e Francesco Nardon, sono stati ritrovati a Trissino, a circa dieci chilometri di distanza, nella mattinata di venerdì.
"Il Veneto piange due vittime", ha dichiarato Zaia durante una conferenza stampa tenuta presso la sede della Protezione Civile regionale. “Le condoglianze vanno alla famiglia Nardon per la tragica perdita di padre e figlio, che si trovavano nel pieno di un atto di generosità, cercando di aiutare i soccorritori a Valdagno", ha aggiunto il presidente. L'incidente è avvenuto mentre le condizioni meteo stavano rapidamente peggiorando, con forti piogge che hanno colpito in particolare l'area tra i comuni di Recoaro Terme, Valdagno, Cornedo Vicentino, Arzignano, Brogliano e Trissino. In alcune zone, le precipitazioni hanno superato i 100 mm di pioggia in poche ore, con punte record di 191 mm a Staro e 273 cm al ponte di Brogliano, dove il livello del fiume Agno ha toccato un massimo storico.
La violenza delle acque ha causato smottamenti e danni alle arginature, con diversi allagamenti che hanno richiesto interventi urgenti da parte della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco. Durante la notte, 16 squadre di volontari e 80 operatori hanno lavorato senza sosta per fronteggiare l'emergenza. In particolare, sono stati attivati tre bacini di laminazione, strumenti cruciali per contenere l’ondata di piena e limitare i danni. “Se non avessimo avuto i bacini – ha spiegato Zaia – i danni sarebbero stati anche più gravi. Grazie a questi interventi, la situazione è stata contenuta, e sono state evitate conseguenze ben peggiori”.
L’apertura dei bacini di laminazione, che hanno immagazzinato milioni di metri cubi di acqua, ha ridotto significativamente la portata delle piene dei fiumi, evitando il rischio di ulteriori tragedie. Al momento, sono state evacuate sette persone a Valdagno e tre a Trissino, mentre a Cornedo Vicentino, dove 50 persone erano rimaste isolate, la situazione è stata risolta grazie al pronto intervento dei volontari, che hanno riaperto le strade.
Tuttavia, la tragedia ha messo in luce anche le debolezze strutturali del sistema di protezione del territorio. Zaia ha sottolineato l’urgenza di investire in ulteriori misure di difesa idraulica, invocando l’impiego dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per potenziare la sicurezza del suolo. "Abbiamo costruito 13 bacini in Veneto e altri due sono in fase di avvio, ma è necessario andare oltre, soprattutto per la difesa del fiume Piave, dove la portata in piena raggiunge i 5.000 metri cubi al secondo", ha dichiarato il presidente. Inoltre, ha evidenziato un altro punto critico: le arginature, lunghe 5.000 chilometri, sono spesso indebolite dalla presenza di tane di animali, e le risorse per il loro rafforzamento sono insufficienti.
“Le opere realizzate in Veneto hanno salvato il territorio, ma è chiaro che occorrono maggiori investimenti e risorse per affrontare eventi come questo con la dovuta preparazione”, ha concluso Zaia, ribadendo la necessità di un impegno maggiore da parte del governo centrale per la sicurezza e la difesa del territorio veneto.

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