Pellegrini in cammino verso San Calogero e processione delle reliquie

Il sole sorge pigro dietro le montagne Nebrodi, tingendo di rosa e oro le vette che circondano San Salvatore di Fitalia. Ma per i pellegrini, l'alba non è solo l'inizio di un nuovo giorno, è l'inizio di un cammino spirituale, un rito che si tramanda da generazioni. I loro passi, lenti e costanti, risuonano sul selciato, carichi di una fede antica e profonda. Non sono solo gambe che si muovono, ma cuori che battono all'unisono, animati da una speranza comune: raggiungere il santuario di San Calogero, il "Santo Nero" tanto venerato.

C'è chi cammina per una grazia ricevuta, chi per una preghiera da sussurrare, chi semplicemente per onorare una tradizione familiare. I volti sono segnati dalla fatica, ma gli occhi brillano di una luce interiore, quella della devozione. Lungo il percorso, si condividono canti, si scambiano sorrisi e parole di incoraggiamento. È un'esperienza che va oltre la religione; è una manifestazione di comunità, di solidarietà, di un legame invisibile che unisce le anime in questo sacro viaggio.
L'aria si fa densa di attesa quando la processione prende vita. La piccola chiesa si riempie, e i portatori sollevano con solennità la pesante vara che custodisce le sacre reliquie di San Calogero. Non è un semplice corteo, ma un fiume di fede che scorre per le vie del paese. Uomini e donne, giovani e anziani, si accalcano lungo il percorso, con le mani giunte e gli sguardi rivolti verso l'alto. Il suono cadenzato della banda si mescola ai canti, creando un'atmosfera quasi mistica.