Mar Caspio Assediato, Russia Impotente contro le Incursioni Ucraine
Автор: RFU News — Resoconti dall'Ucraina
Загружено: 2025-12-22
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Le notizie di oggi riguardano il Mar Caspio.
L'Ucraina ha dimostrato che l'area maggiormente protetta della Russia non è più così sicura.
Quella che è iniziata come un blocco navale nel Mar Nero si è ora evoluto in una campagna capace di disabilitare logistica, piattaforme e introiti della Russia in zone che Mosca credeva intoccabili.
Gli attacci nel Mar Caspio sono infatti parte di questa campagna.
Le forze speciali ucraine, che lavorano a stretto contatto con le reti di ribelli conosciuta come la Black Spark, ha bersagliato le chiatte Kompozitor Rakhmaninov e l'Askar-Saridja, usate per spostare equipaggiamento militare e altro materiale all'interno della Russia.
Intelligence fornita dai partigiani ha permesso tempistiche e intercettamenti da manuale, rendendo possibile per i droni il raggiungere navi che la Russia credeva troppo distanti per esser colpite.
Nel frattempo l'unità Alpha dell'SBU colpiva le piattaforme marittime Filanovsky e Korchagin.
Queste piattaforme si trovano nel cuore della rete di estrazione della Lukoil nel nord del Caspio e colpendole diverse volte nel corso della settimana, l'Ucraina ne ha costretto lo spegnimento di oltre 20 pozzi e causato danni ai sistemi di controllo centrali.
Quello che rende l'operazione eccezionale è il suo ritmo: ogni attacco si è susseguito a distanza di pochi giorni, collassando la capacità russa di ristabilire le operazioni prima dell'attacco successivo.
Il risultato non è stato solo danno localizzato ma a livello di inrastruttura, costringendo Mosca a bloccare metà delle piattaforme che sostengono l'economia del sud.
Gli effetti combinati di attacchi a chiatte e infrastrutture di produzione mostra che l'Ucraina non si sta limitando più ai singoli nodi ma sta cercando di buttare giù l'insieme, dalle rotte di trasporto, ai nodi energetici al flussi economici.
Il Mar Caspio a lungo trattato come un lago rotetto e sicuro è diventato l'ennesima aarea che la Russia non può proteggere.
Il fconfronto. L’operazione ucraina rimuove questa certezza, dimostrando che droni a lungo raggio possono aggirare i colli di bottiglia Volga-Caspio, raggiungere piattaforme in acque profonde e colpire unità a basso profilo utilizzando dati di puntamento generati da reti partigiane. Ciò significa anche che la Russia deve ora rafforzare una regione in cui le proprie forze non si aspettavano di combattere, mettendo ulteriormente sotto pressione i sistemi di difesa aerea già sollecitati nel Mar Nero, in Crimea, sul territorio continentale e ora anche nel Caspio. Anche un numero limitato di droni ucraini costringe la Russia a ridistribuire risorse, riposizionare radar e deviare assetti navali che non erano mai stati progettati per difendersi da attacchi a lungo raggio. L’operazione si inserisce inoltre nelle recenti decisioni statunitensi che consentono all’Ucraina di colpire la logistica petrolifera globale russa, inclusa la flotta ombra in acque internazionali. Gli attacchi nel Caspio rientrano in questo schema emergente perché l’Ucraina sta prendendo di mira le infrastrutture che sostengono i ricavi della Russia e la sua rete di distribuzione interna, non semplicemente la marina o i depositi costieri.
In generale gli attacchi nel Caspio segnano un punto di svolta.
La Russia deve ora difendere non solo il Mar Nero, ma anche una base interna che sostiene le sue esportazioni energetiche e la sua logistica militare, estendendo la rete di difesa aerea su una geografia ancora più ampia. La chiusura delle piattaforme, la neutralizzazione delle chiatte e l’esposizione delle rotte interne eliminano il senso di profondità strategica su cui Mosca faceva affidamento. Se l’Ucraina manterrà questa pressione, il retroterra finora protetto della Russia diventerà un ulteriore fronte conteso, costringendo il Cremlino a scegliere tra la difesa delle proprie coste e la salvaguardia dei sistemi energetici che finanziano la guerra.
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