Fabrizio De André - Khorakhané / A forza di essere vento (con testo)
Автор: OffLimits27
Загружено: 2024-03-15
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Tratto dall’album Anime Salve, Khorakhané è un brano il cui titolo trae spunto da una tribù rom serbo-montenegrina, il quale aggiunge un interessante sottotitolo rivelatore: “A forza di essere vento” ed è cantata nel finale in lingua rom, con l’apporto di Dori.
Qui Faber ci descrive un popolo senza una vera casa e perciò esente da vincoli economici, sociali, politici morali. Un popolo che ricorda la storia biblica dell’Esodo di Abramo in cerca di una nuova terra promessa, che si fida di Dio e abbandona le certezze del presente per una strada carica di futuro per trovare una nuova collocazione conservando intatto il senso di precarietà del cammino.
Un popolo senza religione, che si adatta alle fedi delle terre che attraversa (“porto il nome di tutti i battesimi ogni nome il sigillo di un lasciapassare”); un popolo che custodisce il senso delle cose che contano; certo che rubano, ma mai tramite banca, dice sarcasticamente De André, e che conosce il valore del tenere con sé le cose preziose (“un diamante nascosto nel pane”).
Il significato generale del brano è racchiuso nella metafora della vita come il viaggio di uno zingaro, che parte senza meta, così come il destino dell’uomo non è la meta ma il senso del viaggiare, che è la sua ragione ultima.
L’ammirazione per lo spirito libero di quel popolo diventa tenerezza infinita per le sue figlie (“ora alzatevi spose bambine che è venuto il tempo di andare, con le vene celesti dei polsi, anche oggi si va a caritare”), in cui il bellissimo verbo “caritare” nobilita l’esercizio del mendicare.
Chi può giudicare i figli del vento? Chi ha il diritto di lapidare le spose bambine? De André li assolve tutti, sia per giusta causa (“un filo di pane”, splendida immagine dello stretto necessario del diritto alla sopravvivenza); sia perché il vento non si può imbrigliare e soffia dove vuole; sia perché giudicare è semmai una prerogativa divina (“ai miei occhi limpidi come un addio, lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca il punto di vista di Dio“).
Curiosità: San Giorgio di Maggio è la festa annuale del popolo rom del Sud della Francia e viene celebrata il 6 di Maggio – La “Kampina” è una baracca da campo delle tribù rom.
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