L’“Incompiuta”: storia, tutela e prospettive di un moderno “non finito” (Brendola)
Автор: Leandro “Drow” Schizzi
Загружено: 2025-08-18
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Sui rilievi dei Colli Berici, a Brendola, si erge la chiesa di San Michele Arcangelo, universalmente conosciuta come l’“Incompiuta”: un cantiere avviato negli anni Trenta e mai portato a termine, divenuto nel tempo un potente segno paesaggistico e un caso di studio sul valore culturale del “non finito”. Il progetto è dell’ingegnere-architetto Fausto Franco; la posizione dominante ha reso l’edificio un riferimento visivo per l’intera comunità locale.
Nel clima di rinnovamento edilizio del primo Novecento, la comunità brendolana promosse la costruzione di una nuova grande chiesa parrocchiale. Il cantiere prese avvio all’inizio degli anni Trenta; i lavori progredirono per alcuni anni fino all’arresto dovuto alla guerra e alle difficoltà economiche, con un’interruzione documentata intorno al 1942. Da allora l’opera è rimasta allo stato di “struttura al grezzo”, assumendo il carattere di rovina contemporanea.
Alla storia dell’Incompiuta è legata anche la figura dello scultore veronese Giuseppe Zanetti, autore di una statua di San Michele Arcangelo destinata all’edificio e oggi parte integrante della sua immagine pubblica. La paternità dell’opera è attestata nel catalogo lavori dello stesso Zanetti.
Nel XXI secolo l’Incompiuta è stata sottoposta a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali (d.lgs. 42/2004), riconoscendo ufficialmente il valore storico-artistico del manufatto e del suo particolare stato di conservazione. Questo cambio di sguardo — dalla “mancanza” al “valore del non finito” — ha aperto la strada a percorsi di conoscenza, conservazione e valorizzazione dedicati.
Dal 2018 in poi il Comune di Brendola e l’Università Iuav di Venezia hanno avviato un programma di ricerca e terza missione dedicato al caso, intitolato (tra gli altri filoni) “Il limite della rovina”, con incontri pubblici e attività sul campo. Nel 2021 il tema è stato presentato alla giornata “Scienza e Beni Culturali”, mentre nel 2022 si sono tenute iniziative di confronto e divulgazione a Brendola. Più di recente, l’ateneo ha dedicato appuntamenti e presentazioni al volume di ricerca, consolidando un percorso di studio condiviso con la comunità e con la Soprintendenza.
Il lavoro scientifico più sistematico è stato sintetizzato nel volume “Rovina. Incompiuta. Chiesa di San Michele Arcangelo a Brendola. Strumenti di conoscenza, valorizzazione e conservazione” (Marsilio, 2024), che tratta l’edificio come un laboratorio per metodologie di analisi e strategie di conservazione dei beni “in stato di abbandono estremo”. L’approccio supera l’idea di “opera mancata” per indagarne il senso storico, paesaggistico e identitario, e per definire scenari di fruizione compatibili con lo stato materico del manufatto.
L’Incompiuta di Brendola interroga il modo in cui guardiamo al patrimonio: non solo come insieme di opere finite, ma anche come biografie interrotte che raccontano scelte, ambizioni, crisi e resilienze di una comunità. Il percorso di studi, tutela e coinvolgimento civico in atto — tra amministrazione locale, università e organi di protezione — suggerisce che la valorizzazione possa passare da forme di conservazione “misurate” e da usi culturali rispettosi della materia storica, trasformando una ferita del paesaggio in memoria condivisa.
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