Ignazio Buttitta - U latti da matri (in lingua siciliana) by Phil Sine Die
Автор: Phil Sine Die
Загружено: 2022-06-22
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"U latti da matri" in lingua siciliana di "Ignazio Buttitta"
voce di "Phil Sine Die"
montaggio audio-video a cura di "Phil Sine Die"
TRADUZIONE IN ITALIANO:
IL LATTE DI MIA MADRE
Io non frequento i cimiteri perché penso
che i morti non parlano
e hanno tante cose da dirci.
Noialtri sì;
inginocchiati sulle tombe
ci scarichiamo di parole;
li vediamo vivi;
gli raccontiamo
la nostra vita disgraziata
da quando ci lasciarono.
Gli diciamo,
che non possiamo scordarli;
che li chiamiamo nel sonno;
ma i morti non sentono,
non vedono,
e hanno gli occhi aperti.
Se i morti
sentissero e parlassero
quante cose direi a mia madre;
non per fargliene colpa,
(che vorrei risuscitasse
e farmi più male di prima);
ma per sapere
perché in sessant'anni
non mi tenne mai sul petto
e non mi baciò mai da figlio.
Io penso
che le madri,
tutte le madri,
danno con il latte
la loro carne
e il loro sangue;
che la prima goccia di latte
la spremono dal cuore,
e che diventano mamme
alla prima poppata del figlio.
Mia madre
latte non me ne diede,
posso dire
sono nato orfano,
mi allattava la balia.
L'amore per il figlio,
io penso,
nasce nella madre
il primo giorno che lo stringe sul petto;
allora che lo vede,
lo tocca,
lo bacia,
gli pare un miracolo!
Prima no,
lo vedeva con il pensiero;
lo vedeva dietro le nuvole:
poteva venire la tempesta!
Lo vedeva nel fondo del mare:
i pesci potevano mangiarlo!
Ora gli parla,
l'accarezza,
lo vede ridere:
lei canta!
Io
ricordo solo
parole acide di mia madre,
liti in famiglia,
cause,
notai;
e la sua voce di padrona
(puntuale ogni mese)
dinanzi la mia porta
a minacciare sfratto
per l'affitto scaduto.
Diventai vecchio
senza sapere
come baciano le madri,
come stringono i figli sul petto
e cosa sentono le ossa:
ci penso, e tremo!
Diventai vecchio
senza sapere a chi darlo
il mio amore di figlio
che il tempo tolse dal fuoco
e lo batte bruciato
sull'incudine del mio cuore.
A chi devo darlo?
Le madri sono due,
due:
una fece il nido,
fece l'uovo di carne,
lo covò:
(mi tocco e dico,
li ero
piccolo
nel suo ventre),
e stringo il pugno
.
L'altra mi allattò,
mi cantò il sonno,
mi sentì dire le prime parole;
ridere e piangere
la prima volta:
fiatava con me.
L'altra è qui,
s'incarnò nelle mie pupille,
rigira nella ruota degli occhi:
se la chiamo,
mi sente.
Chi è mia madre?
IGNAZIO BUTTITTA
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