CASTELLO DE GRAINES (VALLE D'AOSTA), INTERVENTO DI RESTAURO CONSERVATIVO REALIZZATO NEL 2012
Автор: Crivellari Giulio Fotoreporter
Загружено: 2023-05-26
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Il Castello - Si tratta di una tipica struttura difensiva di tipo primitivo, il cui aspetto si è definito nel corso dell’XI secolo.
I suoi principali elementi costitutivi sono l’alta torre merlata a pianta quadrangolare, la cappella e una cinta muraria costruita lungo l’ondulazione naturale del terreno che racchiude un ampio spazio anticamente sede di edifici abitativi.
Dell’antico castello, situato in un contesto assai scenografico, sono ad oggi visibili i resti della chiesa minore romanica, orientata verso levante e dedicata a San Martino, ed i muri perimetrali che ne delimitano l’unica navata. Ammirevoli anche le decorazioni dell’abside ed il notevole paramento, realizzato a spina di pesce in alcuni punti.
Alla fine del XIX secolo il noto architetto Alfredo D’Andrade intraprese degli interventi di restauro volti a ricostruire la parte occidentale del donjon ed alcuni tratti di cortina muraria.
Negli anni Novanta del Novecento, ulteriori lavori di messa in sicurezza hanno interessato il sito, senza tuttavia modificare l’immagine ormai storicizzata delle rovine della fortificazione.
Una campagna di indagini archeologiche cominciata nel 2010 per acquisire ulteriori dati relativi al castello, permetterà di completare la fedele ricostruzione di alcune parti del sito, quali la scarpa esterna della cinta muraria meridionale ed i cosiddetti edifici sud-occidentali.
Le rovine del castello di Graines sono raggiungibili percorrendo la strada regionale che da Verrès sale in Val d’Ayas, svoltando a destra dopo l’abitato di Arcesaz (Brusson): da qui si imbocca un breve sentiero che si snoda lungo un bosco di ciliegi, splendido in particolare durante la primavera e l’autunno.
Il tesoro –Sotto il Castello è sepolto un tesoro; nessuno mai è riuscito a portarlo alla luce, anche se molti ci hanno provato, tra gli altri un giovane mandriano. In sogno, una voce gli aveva indicato il punto dove avrebbe dovuto scavare, ammonendolo però di lasciare il nascondiglio prima che il gallo cantasse tre volte.
La notte successiva, l’uomo fece come gli era stato detto e, scoperta una botola, penetrò nella stanza del tesoro. Abbagliato dallo sfavillio dell’oro e delle gemme che a mucchi riempivano la grotta, indugiò a contemplare quelle favolose ricchezze, affondandovi cupidamente le mani. Il gallo cantò: una, due, tre volte. La botola si chiuse senza far rumore: e l’uomo restò prigioniero nella caverna incantata, né alcuno seppe più nulla di lui.
Le castellane – Il castello di Graines domina la valle dell’Évançon, là dove essa si allarga in distese di prati e di boschi, dall’alto di uno sperone di roccia.
Vuole la tradizione che il maniero abbia avuto signori dispotici e castellane dal delicato pallore.
Affinché il riverbero del sole sulla neve e sui ghiacciai della Becca Torché non abbronzasse la bianca carnagione delle dame di Graines, si racconta che la gente del contado era obbligata dal feudatario a coprire di terra i pendii innevati della montagna.
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