Piccolo Coro & Pietro Ballo: Leghenda (La corona di rose)
Автор: vienisole
Загружено: 2020-12-24
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Brano più pasquale che natalizio, anche se fa parte della VHS dei canti di Natale del 1993.
Il testo russo che originalmente si accompagna alla musica di Tchaikovsky fu publicato nel 1877 da Aleksey Nikolayevich Pleshcheyev,, ed è un riadattamento dal poema "Roses and Thorns" dell'americano Richard Henry Stoddard,
Del testo di Pleshcheyev, in russo, Pietro Ballo e il Piccolo Coro riprendono solo le prime due di quattro strofe, che in italiano più letteralmente suonerebbero cosí:
Il Cristo da bambino aveva un giardino, e vi coltivava delle rose.
Le innaffiava tre volte al giorno, per farsene ghirlande.
Quando le rose sbocciarono chiamò i bambini ebrei;
Ciascuno colse un fiore, finché il giardino fu completamente spoglio.
Il testo originale, tradotto alla lettera, poi prosegue in questo modo:
"Come tesserai una ghirlanda adesso? Non ci sono più rose nel tuo giardino!"-
"Dimenticate che a me restano le spine?" rispose Cristo.
Cosí di quelle spine fecero per lui una pungente corona.
E adornarono il suo capo con gocce di sangue al posto delle rose.
Fin qui, Leghenda potrebbe essere immaginata come una pagina mancante dei vangeli apocrifi di Gesù bambino, in cui un episodio dell'infanzia anticipasse la corona di spine del Calvario, avvenisse per additare in forma solenne alla missione a cui era destinato. Esiste però anche una versione scritta da un giovane poeta inglese di nome Geoffrey Dearmer, quasi quarant'anni dopo l'originale russo, anch''essa utilizzata in liturgia. La trovate nella schermata finale.
Tradotta per intero, suona cosí:
Quando Gesù Cristo era ancora bambino aveva un piccolo giardino selvatico,
In cui si prendeva cura di belle rose, E li le intrecciava in ghirlande.
Una volta, verso sera, arrivò una banda di bambini
E vedendo le rose sulla pianta, urlando allegramente le strapparono.
"Ti leghi le rose tra i capelli?" gridarono di scherno a Gesù.
Il ragazzo rispose umilmente: "Prendete pure tutto, vi prego, ma non le nude spine!"
Allora delle spine fecero una corona, e con dita rozze gliela schiacciarono giù.
Fino alla sua fronte giovane e bella.
Gocce rosse di sangue spuntarono come rose.
Cambia poco, eppure moltissimo! In quest'altra versione non c'era più traccia di solennità profetica. Sono quasi le stesse parole, ma ora, crude, raccontano solo una storia tutta umana di devastazione e bullismo, giusto ambientata in un'epoca lontana.
Tchaikowskiy nel novecento se n'era già andato, ma credo che come me, anche lui l'avrebbe trovata più bella.
E chissà che altre sensazioni avrebbe trasmesso, cantata cosí, come fanno gli inglesi, dal Piccolo Coro......
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