Fabrizio De André - Giugno '73 (con testo)
Автор: OffLimits27
Загружено: 2024-06-21
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"Giugno '73 è una canzone autobiografica. L'ho scritta per una ragazza di nome Roberta, con la quale avevo vissuto due anni, fra la mia prima moglie e Dori. Tutti credono sia stata scritta per Dori, invece no." (Fabrizio De André).
Qui De André è ancora separato e solo, e ciò di fatto lo rende nulla di più che una persona senza fede agli occhi della madre di lei. Infatti la famiglia di lei, in particolare la madre è contraria a questa relazione. Roberta, si dice, sarebbe figlia di borghesi benestanti, Fabrizio è un cantante, con un matrimonio e un figlio alle spalle. La musica oggi è in grado di aprire molte porte, ma negli anni Settanta essere un cantante equivaleva a ricevere l’etichetta di “capellone, drogato, nullafacente” anche se, come nel caso di Fabrizio in quegli anni, si potevano già vantare diversi album di successo alle sue spalle e tale giustifica perfettamente l’apparente presunzione che deriva dalla scelta delle parole “però canto bene”. Sarà altrettanto brava quella signora a vergognarsi di lui? Quanto potrà andare avanti ad ostacolare quell’amore?
La citazione riguardante la gazza, evidentemente a causa del suo comportamento, viene spesso usato come sinonimo di chiacchierona e di ladra. Ma ci sono alcune diverse interpretazioni che potrebbero calzare a pennello con il tema di Giugno ’73. Secondo una leggenda greca le Pieridi, nove ragazze della Tracia, vollero sostenere una gara di canto con le Muse e, sconfitte, furono trasformate in gazze. Si potrebbe dunque riconoscere, nelle gazze di questa leggenda narrata da Ovidio, il simbolo dell’invidia e della presunzione.
Fabrizio si reca a comprare dei fiori per Roberta e, non trovandoli, ripiega su una gazza parlante. Perché mai un dono così singolare? Forse la gazza nascondeva qualche messaggio particolare? In Cina, per esempio, la gazza ha a che fare con l’infedeltà.
Fabrizio dunque regala la gazza alla famiglia. Anche i fiori citati ma non trovati, erano probabilmente un regalo alla famiglia, un modo come un altro per farsi accettare. La gazza è quindi un tramite, anzi, un surrogato. Insegnando alla gazza a pronunciare "Ciao come stai", Fabrizio avrebbe avuto l’impressione che almeno qualcuno in quella casa potesse aver avuto il piacere delle sue visite. Se la madre non lo degnava nemmeno di un saluto, ci sarebbe stato qualcun altro a dargli il benvenuto con quelle parole. E chissà se forse un giorno anche la famiglia di lei avrebbe imparato ad accettarlo come stava imparando a fare il pennuto.
Non era amore quello che Fabrizio cercava, ma solo accettazione. E questo è evidente dalla scelta delle parole “insomma non proprio a cantare”.
La morte della gazza potrebbe infine essere un modo per farci sapere che il suo tentativo era fallito e alla fine a lui non restano che le lacrime di una bambina, la sorellina di lei, l’unica creatura davvero innocente in tutta questa storia.
Il significato di quei “due peli d’elefante" potrebbe essere riferito al fatto che negli anni 70 si usavano i pantaloni a zampa d'elefante, ma anche dei braccialetti con dei peli d'elefante. Dunque De André non fa altro che gettare nella spazzatura (anche se dice eufemisticamente “li ho dati a un passante”), un accendino e un braccialetto, triste ricordo di una persona che desidera dimenticare. Il “fermavano il sangue” non avrebbe nulla a che fare con la tossicodipendenza, il laccio emostatico ventilato da quel tizio, sono semplicemente oggetti che stringono e che legano Fabrizio al passato.
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