Le REALI FERRIERE ed OFFICINE di MONGIANA in CALABRIA
Автор: Vito Panzella
Загружено: 2020-03-02
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Che il Sud non avesse mai avuto una mentalità e un dinamismo industriale è un qualcosa di falso e pretestuoso. Prima dell’unità d’Italia a seguito dell’invasione piemontese, numerose erano le realtà industriali del Regno delle Due Sicilie. Il complesso siderurgico di Mongiana in Calabria era una di esse. Fondate nel 1770 e volute fortemente dalla dinastia dei Borbone, arrivarono a dare lavoro nel 1860 a circa 1500 operai. Il territorio calabrese aveva già una fortissima presenza di infrastrutture per la siderurgia e numerose ferriere attive. Per questo i Borbone scelsero quest’area, ricca di acqua e boschi.
Qui nacque uno dei più grandi poli siderurgici europei, tra i più all’avanguardia dell’epoca. L’architetto che costruì, in soli 2 anni, il complesso fu il napoletano Mario Gioffredo. Nei pressi degli stabilimenti, fu costruito un villaggio, l’attuale comune di Mongiana. Il legno, per lo più di faggio, trasformato in carbone, avrebbe prodotto il calore necessario per la fusione del ferro mentre le acque l’energia per alimentare gli altiforni e le ruote idrauliche.
Re Ferdinando, per evitare ogni sfruttamento, emanò un decreto a tutela del patrimonio boschivo. Qui, in Calabria, si iniziarono a produrre busti per monumenti, componenti metallici per strade e ponti, le rotaie della prima ferrovia in Italia, il famoso fucile Mongiana, tubi, campane e tante altre eccellenze. Il complesso occupava 15.000 metri quadrati. Oltre alla fonderia, composta da 4 fabbricati, e l’altoforno vi era anche la fabbrica d’armi, la residenza amministrativa, carceri, alloggio per i soldati e una chiesa. I lavoratori avevano diritto a orari lavorativi ridotti, assistenza medica e scolastica. Era un polo talmente importante che ricevette numerose visite da parte del Re Ferdinando II di Borbone.
A Mongiana, nel 1851 e nel 1855 si “innalzarono” due altoforni di tipo inglese denominati: ”San Francesco” e “San Ferdinando”. L’acciaio calabrese, oltre a rendere autonomo il regno, riforniva l’industria napoletana di Pietrarsa. Per potenziare l’impianto il Re Borbone incaricò i maggiori scienziati del Regno in una spettacolare operazione di spionaggio industriale al fine di carpire i segreti degli stabilimenti europei. Così fu, Mongiana divenne uno centri più importanti della siderurgia europea.
Poi, arrivarono i “fratelli del Nord” che, invece di potenziare e far crescere le tante realtà industriali del Sud, provvidero immediatamente a smantellarle tutte e a spostarle altrove, costringendo i meridionali a emigrare in giro per il mondo per la prima volta nella loro storia. Solo nel 1884 nacquero le Acciaierie di Terni dove vennero spostate molte maestranze della Mongiana.
Oggi un importante museo propone un modello avanzato di fruizione, valorizzazione e gestione di quelle aree con particolare attenzione al tema del turismo culturale.
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