RASIGLIA Il borgo delle acque - Umbria - 4K
Автор: ищу места
Загружено: 2021-05-23
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Rasiglia è una frazione montana del comune di Foligno (PG), facente parte della circoscrizione 8 "Valle del Menotre", conosciuta come il borgo dei ruscelli o anche come il borgo delle acque.
Il paese è situato a 648 m s.l.m., a circa 18 km da Foligno lungo la Strada statale 319 Sellanese che conduce in alta Valnerina, dopo essersi distaccata dalla Strada statale 77 della Val di Chienti a Casenove e lungo il fiume Menotre nell'omonima valle. Rasiglia è anche conosciuta come "Borgo dei ruscelli", per via dei corsi d'acqua che attraversano il piccolo centro della frazione. Nonostante le ridotte dimensioni, Rasiglia è divenuta col tempo un'apprezzata meta turistica, soprattutto durante la stagione estiva, capace di attrarre ogni anno sempre più visitatori. Il paese conserva l'aspetto tipico di borgo medievale umbro, raccogliendosi in una struttura ad anfiteatro. Le prime notizie sull'esistenza del paese risalgono agli inizi del XIII secolo, nelle cosiddette "carte di Sassovivo", cioè l'archivio dell'Abbazia di Sassovivo. Qui è menzionata per la prima volta la curtis de Rasilia, che risultava avere come edificio di culto la chiesa di S. Pietro. Rasiglia era fiancheggiata dall'antica via della Spina, a circa tre chilometri, importante per i traffici commerciali tra Adriatico e Tirreno ed in particolare tra Roma e la Marca Anconetana. Nel XIV secolo anche a difesa della strada furono costruite alcune fortificazioni. Tra queste va ricordato, a Rasiglia, il castello dei Trinci (signori di Foligno), che con la sua posizione strategica permetteva il controllo della valle del Menotre. Nella prima metà del Seicento, diminuita l'importanza militare, Rasiglia si affermò per le attività artigianali (mulini, opifici) grazie alla forza idrica proveniente dal fiume Menotre. Durante la seconda guerra mondiale i rastrellamenti nazifascisti non risparmiarono la comunità rasigliana. Nel giugno del 1944 l'attentato a due tedeschi scatenò una rappresaglia, durante la quale tre paesani vennero deportati a Mathausen. Di essi solo uno - Colombo Olivieri - è tornato. Dal 1945 al 1980 circa, Rasiglia ebbe il massimo sviluppo economico. Negli ultimi decenni, invece, con la chiusura delle attività industriali, gran parte degli abitanti si è spostata a Foligno. A seguito del terremoto del 1997, la popolazione ha vissuto prima all'interno dei container, poi presso il "villaggio delle sorgenti" costituito da fabbricati in legno e ubicato esternamente al nucleo urbano.
Importante la risorsa idrica ed il turismo estivo. La grande abbondanza d'acqua del canale interno fu sfruttata per sviluppare l'economia e determinò il formarsi, lungo il suo corso, di numerosi opifici: gualchiere, mulini a grano, lanifici e tintorie che eseguivano la lavorazione di stoffe pregiate. Tali opifici rimasero attivi per tutto l'Ottocento e la prima metà del Novecento; dopo la seconda guerra mondiale, nonostante la petizione degli abitanti, i lanifici si trasferirono in città. Attualmente, alcuni edifici che un tempo sostenevano l'economia del paese, sono stati ristrutturati ad uso abitativo, mentre altri risultano abbandonati. Recentemente è stata ristrutturata e rimessa in funzione una piccola centrale idroelettrica che fu ideata e costruita prima della guerra dall'ing. Luca Barnocchi di Verchiano. Nella notte tra il nove e il dieci dicembre si celebra la Festa della Venuta accendendo grandi falò. Il 26 dicembre e il 6 gennaio si recita per le vie del paese il presepe vivente.
Il Menotre nei secoli, è stato sfruttato per uso irriguo, dei mulini del paese e delle centrali elettriche di tutta la zona. Le sorgenti di Rasiglia sono:
Capovena, nella parte alta dell'abitato di Rasiglia. L'acqua sgorga da una roccia in una grotta.
Alzabove, che nasce sotto al monte Carosale che serve ad alimentare l'acquedotto della Valle Umbra sud.
Venarella, di fronte al campo sportivo di Rasiglia, serve ad alimentare l'acquedotto per Verchiano
Le Vene, in località Chieve.
La Vena Pidocchiosa, in località Pallailla.
Le Vene di Campolungo, nel fosso di Volperino.
bibliografia: wikipedia
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