Un’odissea per rientrare in Sardegna: il caso Claudia Naseddu
Автор: lamaddalenaTV
Загружено: 2025-12-13
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Odissea rientro Sardegna: così definisce Claudia Naseddu, paziente oncologica gallurese, quanto accaduto all’aeroporto di Milano Linate. Tra richieste di moduli interni della compagnia, certificati respinti e ore di attesa, il rientro verso Olbia è diventato un percorso a ostacoli. «Vergognoso. Alzerò un polverone», dice il padre.
Il fatto
Lunedì, allo sportello d’imbarco, a Claudia viene contestata la presenza di “punti”. Lei chiarisce: non sono metallici, sono solo di fissaggio esterno per il drenaggio e non creano rischi in volo. Presenta un certificato firmato digitalmente da uno specialista: prima accettato, poi rifiutato. Questa situazione ha reso il suo viaggio un’odissea di rientro per la Sardegna, chiedendole invece la compilazione di moduli B1/B2 della compagnia.
La corsa tra sportelli e certificati
Accompagnata alla Sala Amica, Claudia è dirottata al Pronto Soccorso aeroportuale. I medici si rifiutano di compilare moduli privati e non “internazionali”, ma redigono un nuovo certificato clinico. Con l’aiuto della Polizia aeroportuale si ottiene l’ok per il volo successivo. Intanto sono passate ore: stremata, è costretta a pagarsi una stanza d’hotel per riposare. Nessuna scusa dalla compagnia.
«I sardi cittadini di serie B?»
«Penalizzati da burocrazia e trasporti, chi viaggia per cure affronta costi extra e incertezze continue»,
denuncia la famiglia. La politica si muove: presentata un’interrogazione parlamentare per fare chiarezza e fissare regole uniformi nel rispetto della dignità dei passeggeri fragili.
L’intervento di Giagoni: “Un’odissea inaccettabile per una paziente oncologica sarda”
La vicenda di Claudia Naseddu ha immediatamente suscitato reazioni politiche.
Il deputato Dario Giagoni (Lega) è stato il primo a denunciare pubblicamente il caso, parlando di
«un episodio vergognoso che colpisce ancora una volta i sardi, trattati come cittadini di serie B».
Giagoni ha presentato un’interrogazione urgente ai Ministeri di Trasporti e Salute, chiedendo di:
accertare le responsabilità della compagnia;
stabilire procedure uniformi e non discriminatorie per i passeggeri fragili;
garantire il rispetto della dignità delle persone che viaggiano per cure.
Secondo il deputato,
«non è tollerabile che una paziente oncologica debba affrontare un calvario burocratico per poter tornare a casa. Il trasporto sanitario non può diventare un campo minato di regole interne e discrezionali».
Una presa di posizione netta, che riporta il tema dei diritti dei pazienti sardi al centro del dibattito nazionale.
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