Liguria di Ponente- Borghi Antichi- Coldirodi-HD
Автор: grazia video
Загружено: 2021-07-24
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Coldirodi (dal 1753 Colla o Colla di Sanremo, fino al 1882 Col di Rodi) è la frazione più vasta della città di Sanremo in provincia di Imperia, ed è posta sul crinale della collina che parte dal Capo Pino, al confine con il Comune di Ospedaletti, a circa 250 m s.l.m.
La storia del paese si intreccia fittamente con quella delle due cittadine rivierasche confinanti, Sanremo ed Ospedaletti. La sua fondazione si fa risalire al IX secolo e in seguito all'XI secolo quando alcuni Cavalieri di Rodi naufragarono nei pressi di Ospedaletti. La vallata retrostante prese quindi il nome di Valle di Rodi, come ancora oggi è nota.
Tra il IX e il X secolo molti abitanti della Villa Matutiana, l'antica Sanremo, per sottrarsi al rischio rappresentato dalle sempre più frequenti incursioni saracene, si erano rifugiati sui monti circostanti il villaggio costiero impiantandovi nuovi centri abitati, tra i quali vi dovette essere anche il primitivo nucleo della futura Coldirodi, le cui origini sono forse collocabili soltanto qualche secolo più tardi in riferimento alle vicende del paese di Poipino, esistente nel XII secolo nei pressi di Capo Pino, dove, nel 1130, un contingente dell'esercito genovese, volendo sottomettere Ventimiglia, vi fece erigere una fortezza; per opporsi all'invasore, il conte Oberto di Ventimiglia inviò allora i suoi figli Filippo e Raimondo con uomini di Poipino e Baiardo contro le truppe genovesi, che però ebbero facilmente ragione di loro e li costrinsero a giurare perpetua fedeltà al Comune e alla Chiesa di Genova. Il paese di Poipino venne forse distrutto e gli abitanti si frazionarono allora in piccoli gruppi che si stanziarono sulle colline circostanti; il nucleo più numeroso si insediò sul colle considerato come il principale per la sua posizione strategica, che fu subito denominato La Colla e sul quale le prime famiglie cominciarono a costruire delle casupole, che avrebbero mantenuto il nome di quegli antichi casati, tra i quali i Sapia, i Maso, i Boboni, gli Straforelli e soprattutto i Semeria, che, per essere i più numerosi e i più benestanti, fecero anche costruire una torre, di cui sono ancora visibili le fondamenta. Intorno agli inizi del XV secolo il borgo cominciò ad assumere una certa consistenza, come attestato dalla presenza, fin dal 1319, di una cappella dedicata a San Sebastiano e di una torre di difesa, poi distrutta nel 1616,
Posto in uno dei punti più panoramici della zona, è una chiesetta risalente al XVII secolo ed originariamente dedicata a San Bernardo. Dopo la Seconda guerra mondiale vi venne collocata la statua della Madonna Pellegrina e quindi dedicata alla Vergine, divenendo santuario mariano diocesano, e rappresentando una sorta di ex voto da parte delle persone scampate ai pericoli della guerra. Grazie al suo panorama, alla sua ambientazione e graziosità, è una delle chiese più favorite della zona per la celebrazione di Matrimoni e Battesimi, un luogo di festa ma anche di grande religiosità.
La parrocchia cattolica di Coldirodi è dedicata a San Sebastiano Martire. La chiesa all'inizio della sua fondazione avvenuta nel 1319 era una semplice cappella attaccata ad altre case, era strutturata diversamente e divenne presto insufficiente per contenere la popolazione che aumentava man mano, perciò fu sottoposta a lavori di totale rifacimento iniziati il 26 giugno 1616 con la posa della prima pietra; venne ricostruita ed ingrandita notevolmente, dandogli la forma che si vede oggi. La parrocchiale è dotata anche di un pregevole organo, costruito da Natale Marelli di Milano, nel 1910 posto nella cantoria lignea sopra l'ingresso principale all'interno di una cassa inserita in un'altra preesistente risalente al 700, dipinta, decorata e munita di portelle. Di notevole rilievo, infine, è il Cristo Morto, pezzo ligneo del 600 di autore anonimo.
Di fronte alla chiesa di San Sebastiano, dalla parte opposta della piazza si trova l'antichissimo oratorio di Sant'Anna risalente al XVI secolo al cui interno si trovano un pregevole altare marmoreo e una tavola sovrastante di scuola genovese che raffigura Sant'Anna, San Gioacchino e un'altra figura mentre insegnano a leggere alla Madonna.
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