La ceramica greca a figure rosse e nere

⚡️Hai mai guardato da vicino un vaso greco? Non è solo un oggetto, è un racconto dipinto con maestria!

Nell’età arcaica, tra il VII e il VI secolo a.C., la ceramica greca si trasforma in una vera e propria forma d’arte. E tutto parte dal contrasto tra il nero e il rosso.

👉🏻Primo esempio: vaso a figure nere
Immagina un vaso dal fondo color terracotta, su cui spiccano silhouette nere perfette.
Questa tecnica nasce a Corinto e poi si perfeziona ad Atene: gli artisti dipingevano le figure in nero e incidevano i dettagli con uno stilo.
Risultato? Scena nitida, precisa, quasi grafica.
Come il celebre vaso di Exekias, che raffigura Achille e Aiace che giocano a dadi: silenzio, tensione, concentrazione. Tutto reso con pochi tratti incisi.

👉🏻Secondo esempio: vaso a figure rosse
Poi, verso la fine del VI secolo, ad Atene arriva la rivoluzione: le figure diventano rosse e lo sfondo si fa nero.
Il dettaglio non è più inciso, ma dipinto con pennelli sottili.
È il caso di un vaso di Eufronio, dove Eracle combatte Antaios: muscoli, espressioni, movimento… tutto sembra vivo!

Queste tecniche non sono solo decorative: ci raccontano storie, miti, emozioni, e ci mostrano l’evoluzione dello sguardo greco sull’uomo e sul mondo.

Chi l’ha detto che un vaso non può parlare? Seguimi per altri viaggi nella storia dell’arte!

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