San Nicola e lo scifo d'oro
Автор: LUCCA Curiosa
Загружено: 2021-02-08
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Il miracolo dello scifo d'oro
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E' uno dei numerosi miracoli di s. Nicola di Mira, città della Lidia, regione a sud ovest della costa Turca.
Il miracolo è rappresentato in altorilievo sul trave che sovrasta la porta dx della chiesa di s. Salvatore, nell'omonima piazza, ovviamente di Lucca.
L'opera è coeva di quella del trave di una porta laterale del duomo dedicato a s. Cristoforo di Barga, che vedremo in futuro.
La premessa, non rappresentata nell'opera, è la seguente: Getrione e la moglie Eufrosinia, dopo la morte di s. nicola Vescovo, ottengono un lembo della sua veste e pregando il Santo, con l'aiuto della reliquia, hanno un figlio, che nasce proprio il 6 dicembre, in un anniversario della morte di san Nicola. Il figlio viene battezzato col nome di Adeodato.
Qualche anno dopo la loro città viene invasa dagli Agareni, il giovane Adeodato è rapito e diviene schiavo del re Marmorino che lo impiega come coppiere.
L'altorilievo sul trave è composto da tre immagini che si succedono da sx a dx.
Prima scena.
Siamo nella reggia del re agareno, nella quale il giovane Adeodato, di religione cristiana, svolge il servizio di coppiere.
Sul lato sx, seduto su bella sedia vicina ad una tavola imbandita, un uomo coronato, verosimilmente il re, al suo fianco, sempre incoronata, c'è una figura femminile, si suppone possa essere la regina, alla sua sx siedono altri 3 commensali, l'ultimo è una signora con collana. La tavola è coperta da una tovaglia, il cui drappeggio, in tre riprese, è molto accurato. Nella parte dx della tavola, quasi inginocchiato, il giovane servitore Adeodato depone sulla tavola lo scifo (vaso greco usato fin dal 6° sec a.C.), questo contenitore di bevande è lo scifo d'oro per la sua preziosità attrae l'attenzione e dà il titolo al miracolo. Alle spalle del giovane spicca in piedi una imponente figura con aureola sul capo, si tratta di s. Nicola che, con decisione, tiene il giovane servo per la lunga chioma.
Seconda scena.
Prodigio, in un attimo S. Nicola e il giovane servo sono ruotati di 180°, il loro sguardo volge ora a dx, esterno giorno, una torre con archi fa comprendere che l'ambiente è mutato, siamo ora in piena città; il giovane, ad opera di s. Nicola ritrova la sua famiglia, la figura femminile è probabilmente la madre, alle cui spalle ci sono le tre figure di fanciulli in ordine crescente di statura, sono probabilmente i fratelli di Adeodato, nello sfondo una torre con campane conferma che siamo all'aperto in una città dotata di templi cristiani. La famiglia è tranquillizzata: Adeodato è vivo ed ha un'occupazione dignitosa.
Terza scena.
Vediamo nuovamente la tavola reale, il re seduto sulla sedia, manca però la figura della regina, rimangono nella stessa posizione i tre commensali, il drappeggio della tovaglia è il medesimo e sul lato dx della tavola il giovane servitore, di nuovo in servizio, ora depone sul tavolo una zuppiera.
Gl'illustri commensali non paiono essersi accorti di nulla ma Adeodato è stato portato dai familiari e riportato a corte.
La postura del re è lievemente mutata, gli altri commensali sono rimasti, qualche stoviglia è cambiata sul tavolo imbandito. Il pranzo sembra proseguire in tutta normalità, s. Nicola, terminato il suo compito, è scomparso dalla scena.
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