Giovanni Arpino, un realista romantico

Il documentario nasce all'interno del progetto "Un anno con Giovanni Arpino" messo a punto nel 2017 dalla Biblioteca Civica Arpino di Bra, in occasione dei novant'anni dalla nascita ed i trent'anni dalla morte dello scrittore.
Nato a Pola perché figlio di un ufficiale del Regio esercito d'istanza nella città istriana, all'epoca italiana, fu braidese di affetti e torinese di adozione.
La produzione del mediometraggio è stata realizzata grazie al co finanziamento del comune di Bra e della Fondazione CRB, in seguito alla richiesta di un gruppo di allievi dell'Istituto Professionale Statale per i Servizi Commerciali e Turistici Velso Mucci attratti dalla penna di uno degli scrittori piemontesi (del secondo novecento) più affascinanti ed ecclettici, perché abile nel muoversi con disinvoltura fra letteratura e mass media.
Il risultato è un'opera originale in quanto tratteggia, grazie alla narrazione della moglie Caterina sollecitata dalla presenza dei ragazzi, un ritratto più inedito ed intimo dello scrittore che fa emergere tutta la sua umanità ed autenticità. Inoltre la lettura e l'interpretazione dell'attore Luca Occelli di alcune parti tratte dai libri di Giovanni Arpino.
Un Arpino inesplorato che viene ricordato attraverso le parole e le emozioni di chi ha condiviso con lui l'intimità della scrittura, avvertita come urgenza quotidiana del vivere.
Un Arpino che scopriamo non solo cesellatore di storie e personaggi ma anche anche di sentimenti ed affetti.
Il documentario è arricchito dalla presenza di materiale d'archivio talvolta inedito come nel caso dell'interessante intervista conservata presso la Biblioteca Civica Giovanni Arpino di Bra e realizzata nella primavera del 1987, a pochi mesi dalla sua prematura scomparsa.
Scrisse nell'incipit di Passo d'Addio: "la vita o è stile o è errore". La sua fu stile, senza dubbio. Lo stile di un realista romantico, come amava definirsi