Roma,romani e romanisti Stefano Rosso
Автор: IL POETA STANCO
Загружено: 2017-12-25
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La canzone che chiude l'album "Piccolo mondo antico" è anche quella che chiude la carriera musicale di Stefano Rosso e si chiama "Roma, romani e romanisti".
Lo stile è quello usato per "L'ultimo romano" e "Quanno c'era mi' nonno", la canzone-stornello in romanesco.
Il collegamento ideale del pezzo è ovviamente con "Quando partì Noè", con il quale condivide la tematica del diluvio universale, raccontato anche in questa occasione con spirito e ironia, tanto da riuscire a inserirci l'A.S. Roma e il suo essere romanista.
Dopo una breve malattia Stefano Rosso muore a Roma il 15 settembre 2008, ma non morirà mai la sua musica e la sua poesia che continuerà ad accompagnare la vita di tante persone.
Il blog però non si ferma qui, dopo aver analizzato le affascinanti 110 composizioni del suo canzoniere andrò a fare un piccolo resoconto anche delle bellissime performance strumentali contenute in album quali "La chitarra fingerpicking", "Lullaby of Birdland", "Fingerstyle guitar" e "Live at the station".
ROMA, ROMANI E ROMANISTI
Ci fu un diluvio detto universale
Che er Padre Eterno mannò sulla tera
Perché la gente si faceva guera
E non pensava antro che a far male
Salvò solo Noè e la su famija
Dicennoje avete fatto er bene
Così che voi nun passerete pene
All'antri un accidente che je pija
Poi metti insieme coppie de animali
Così che ce ripopolamo er monno
De qua de là pe' quanto e grosso e tonno
E da rifallo bello senza eguali
E poi c'ho sempre sto pensiero in testa
Na chicca come un fiore ne l'occhiello
Da dì che adesso è veramente bello
Che tutti quanti ci faranno festa
Così plasmò la creta co le mani
Presa la puzzolana er travertino
La carce fresca er marmo fino fino
E fece Roma insieme a li romani
E quanno un giorno poi li vide tristi
Senza televisione e senza radio
Intorno a un campo fabbricò no stadio
L'AS Roma co li romanisti
Dicheno che sta storia nun è vera
E l'invidia amichi mii e na cosa brutta
Ma er coloseo San Pietro e via Margutta
E so fiori dell'eterna primavera
Sverti de lingua e lesti co le mani
Forse pe' questo semo i più mar visti
Però nun semo farzi ne razzisti
Che ce volete fa semo romani!
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