La madre (1926) Vsevolod Pudovkin
Автор: Storia del Cinema
Загружено: 2021-07-16
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La madre (Мать) è un film del 1926 di Vsevolod Pudovkin basato sull'omonimo romanzo di Maksim Gor'kij.
Sinossi: Pavel e Michail sono padre e figlio, ma le loro vite procedono secondo valori rispettivamente opposti: uno è un operaio militante nei gruppi rivoluzionari, l’altro è un alcolizzato violento adepto delle Centurie nere, organizzazione d’ispirazione zarista ortodossa. Il gruppo armato monarchico viene schierato dal padrone di una fabbrica per sedare uno sciopero degli operai in cui lotta anche Pavel e, durante gli scontri, Michail viene ucciso. Dopo la segnalazione di una spia, la casa di Pavel viene immediatamente perquisita, ma non vi si trova alcuna prova della sua presunta partecipazione alla rivolta. Pelageja, madre del ragazzo, è preoccupata riguardo alle attività politiche del figlio e, pensando di aiutarlo nel caso fosse eventualmente scoperto, recapita alla polizia le armi che il figlio tiene nascoste nell’abitazione, condannando così il ragazzo ai lavori forzati in un campo di detenzione. Durante la prigionia del giovane, la donna ormai sola inizia a rendersi conto dei reali motivi della lotta operaia e presto si ritrova a provare piena comprensione per il movimento rivoluzionario. Il primo maggio, nella prigione in cui è tenuto Pavel scoppia una sommossa, il giovane riesce ad evadere e raggiunge il corteo organizzato dai lavoratori per onorare le celebrazioni di quella giornata; qui egli ritrova la madre. Le milizie dello zar intervengono per sedare la manifestazione, sparano sulla folla e tra i primi a cadere sotto i colpi della repressione c’è proprio Pavel, che stramazza al suolo con la bandiera rossa, simbolo dei rivoluzionari, tra le mani. La madre raccoglie la bandiera e si prepara a fronteggiare le milizie zariste, ma viene investita dai cavalli aizzati dalle truppe contro i manifestanti, restandone uccisa.
#VsevolodPudovkin
"Come regista Vsevolod Pudovkin assunse posizioni meno estreme rispetto a quelle di Vertov ed Ėjzenštejn, ma non di minor valore. Egli riconosceva ancora al montaggio un ruolo centrale nell’elaborazione dell’opera filmica, identificandolo con lo stile stesso dell’autore. Non dimenticava, però, l’importanza della sceneggiatura, che redigeva meticolosamente secondo ritmi e cadenze ben precisi, né il ruolo fondamentale dell’attore. Il suo cinema, infatti, a differenza di quello dei suoi contemporanei intento a tracciare un’epica del popolo e della rivoluzione, si concentra sull’individuo e ridà spessore psicologico al personaggio. Tema centrale della sua trilogia rivoluzionaria composta da
La madre (1926), La fine di San Pietroburgo (1927) e Tempeste sull’Asia (1928),
è la lenta presa di coscienza politica da parte dell’individuo. Pudovkin si serve del montaggio per mostrare lo sviluppo emotivo del personaggio e la sua realtà interiore dentro la quale si riflette la Storia."
da Breve Storia del Cinema - La scuola del montaggio sovietico
https://www.brevestoriadelcinema.org/...
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