Tumore Prostatico: le nuove terapie mirate e la prostatectomia radicale.

Intervista al Prof Della Camera sulle nuove terapie a disposizione per il tumore prostatico. Nell intervista partecipano il Prof Stefano Grifoni Direttore del Pronto Soccorso di Careggi , Firenze e il Prof Alfonso Baldoncini direttore della Medicina Nucleare del San Donato di Arezzo. Il tumore prostatico deve essere diagnosticato in una fase precoce in quanto solo la diagnostica precoce risulta essere l unica arma a disposizione per poter permettere la guarigione del paziente. Non in tutti i casi il tumore prostatico deve essere operato. Infatti esistono dei casi in cui il paziente risulta avere gia una eta' avanzata in cui il tumore prostatico risulta essere indolente ( non causa ne la morte del paziente ne gli puo causare problematiche importanti) . In altri casi il tumore prostatico risulta essere poco sviluppato e poco aggressivo. In questi casi si puo attuare quella che viene chiamata '' sorveglianza attiva'' in cui il paziente viene tenuto sotto controllo e solo nel caso in cui tale tumore si sviluppi ulteriormente viene presa in considerazione l esecuzione di terapie aggiuntive. In altri casi il tumore prostatico deve essere operato. Oggigiorno la tecnologia robotica tramite l uso del robot DA Vinci permette l esecuzione della asportazione totale della prostata tramite interventi mininvasivi che permettono un ridotto dolore intraoperatorio e permettono di tornare precocemente alla vita normale. Dopo l intervento il paziente dovra essere seguito dal suo urologo che cerchera' di lenire le sequele dell intervento ( disfunzione erettile e incontinenza ) ma soprattutto terra' sotto controllo il psa. Infatti anche dopo l intervento il paziente dovra dosare il psa ogni tre mesi per i primi tre anni e poi ogni due mesi per i successivi 2 anni . In caso di dosaggi adeguati il paziente potra poi successivamente dosarlo annualmente. Nel caso in cui il paziente ha eseguito un intervento di prostatectomia radicale ( asportazione totale della prostata ) i valori del psa sono profondamente differenti rispetto ai valori di riferimento di un paziente che non ha eseguito alcun tipo di intervento. Infatti in tali pazienti il psa post operatorio sara completamente azzerato. Una ripresa di tali valori ( valori in aumento ) possono determinare una ripresa di malattia. La ripresa di malattia puo essere valutata con la presenza in due dosaggi seriati di un valore di 0,2 ng/ ml . In tale occasione ( alle volte anche precedentemente se l urologo ha ragione di pensare ad una ripresa di malattia ) il paziente dovra eseguire alcuni esami di approfondimento come ad esempio la scintigrafia ossea e soprattutto l esame pet. La scintigrafia e' l esame cardine in cui il Medico nucleare tramite un marcante radioattivo riesce a studiare l osso e una localizzazione metastatica del tumore proprio a questo livello. L esame pet al contrario serve per valutare la presenza di una localizzazione della malattina in tutti gli altri distretti ( linfonodi , organi addominali) osso incluso. Come spiega il Prof Baldoncini la nuova Pet con Psma riesce a localizzare con maggiore sicurezza una metastasi da tumore prostatico a valori di aumento del psa molto inferiori rispetto al passato ( vecchie pet con fosfocolina ). In casi selezionati la pet con psa puo essere molto utile anche al paziente che presente gia alla diagnosi multiple metastasi per valutare la loro presenza, il numero e l estensione. La teragnostica e la medicina nucleare aprono una nuova strada alle terapia target per il tumore prostatico. La chemioterapia e' una terapia che agisce su tutte le cellule del corpo e proprio questo causa una serie di danni al paziente anche in organi sani e '' nobili''. Da poco tempo i medici nucleari possono utilizzare dei farmaci che vanno a colpire solo le cellule tumorali risparmiando le cellule sane.

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