Ferriere Mongiana
Автор: emma invaligia
Загружено: 2021-06-09
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Quando abbiamo deciso di visitare il comune di Mongiana non avremmo mai pensato di trovarci davanti a una storia meravigliosa che racconta una Calabria all’avanguardia rispetto al resto d’Italia. Una Calabria di lavoro e innovazione, di tecnologie e di cultura. Per questo vogliamo ringraziare il sindaco di Mongiana Francesco Angilletta, che si è messo a disposizione aprendoci le porte dei due gioielli di Mongiana, la fabbrica d’Armi e le reali Ferriere, oltre ad essere un ottimo cicerone per raccontarci la storia di questo luogo che lui ha scelto di rappresentare tornando dopo un lunghissimo periodo in Germania.
Il centro abitato fu fondato l'8 marzo 1771 sul colle Cima come residenza per operai, artigiani, impiegati, dirigenti e guarnigioni militari impegnati a svolgere attività produttiva nelle Reali Ferriere e Fabbrica d'Armi costruita dai Borbone. Quest'ultima riusciva ad occupare fino a 2700-2800 persone. A Mongiana tra il 1822 ed il 1829 venne realizzato il primo ponte sospeso in ferro d'Italia: il Ponte sospeso "Real Ferdinando" sul fiume Garigliano, progettato su idea del Prof. Carmine Antonio Lippi, e, tra 1832 e 1835, il Ponte "Maria Cristina" sul fiume Calore Irpino, progettato dall'Ingegnere Luigi Giura. Sempre a Mongiana furono costruite le rotaie per la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici. Non solo, tutte le rotaie della linea ferroviaria fino a Bologna sono state fuse e costruite sempre nella reale fabbrica, ormai da tempo sostituite. Inoltre fu costruito il fucile da fanteria modello "Mongiana". Era tanto importante la Fabbrica d'armi di Mongiana che ricevette la visita del re di Napoli Ferdinando II di Borbone: precisamente il 16 e 17 ottobre 1852. Dopo l'unità d'Italia inizia una rapida decadenza dell'insediamento produttivo.
La fabbrica d’armi è un vero polo museale tecnologico. All’interno abbiamo potuto ammirare come si viveva e come la fabbrica sia diventata stabile nel tempo tanto da far nascere questo centro abitato. Il sindaco ci ha raccontato i momenti di gloria e la decadenza di questa struttura e abbiamo visto dei filmati che ci hanno raccontato l’estrazione del ferro, forza motrice, boschi e carbone, viabilità, tecnologie e produzioni, condizione operaia.
Dopo la visita alla fabbrica abbiamo scoperto le fonderie. Quello che ora è uno spazio aperto in passato era tutto coperto e rappresentava uno dei più grandi opifici siderurgici italiani. Nelle fonderie erano attivi i più grandi altiforni del periodo pre e post unione, ed erano 3: il Sant’Antonio, il Santa Barbara e il San Francesco alti ben 11 metri. Vi erano inoltre due forni di seconda fusione alla Wilkinson, e a valle del complesso numerose ferriere, ognuna delle quali specializzata in determinate produzioni. Oggi si può visitare quello che resta e anche se distrutte non si può non capire la potenza e la maestosità di questo luogo che ha rappresentato nell’era borbonica una Calabria industriale, attiva e partecipe del regno.
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