Pergolesi - Salve Regina (1° mov., SALVE REGINA in la min.) - Astrea Amaduzzi - Recanati, live 2019
Автор: Arteconvivio Italia
Загружено: 2025-12-10
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Il Belcanto Italiano Duo - Astrea Amaduzzi, soprano - Mattia Peli, pianoforte - interpreta il 1° movimento del "Salve Regina" in la minore di G. B. Pergolesi -
dal concerto "Note sacre marchigiane" che ha avuto luogo presso la Sala della Musica dell'ass. 'Controvento' di Recanti, a pochi passi dalla tomba del grande tenore Beniamino Gigli, il 18 ottobre 2019
PERGOLESI - 'Salve Regina':
Ecco il primo movimento di una delle antifone mariane composte da Giovanni Battista Pergolesi, il "Salve Regina" in la minore composto secondo lo studioso Radiciotti probabilmente nel 1730, quando ancora era studente a Napoli.
In questo brano vocale si nota, come nel resto della sua produzione, l'influenza della Scuola napoletana sul compositore di Jesi.
Infatti, dopo i primi studi di organo e violino nella città natale, durante i quali mostrò notevole talento, all'età di quindici anni, grazie al mecenatismo del Marchese Cardolo Maria Pianetti, fu ammesso nel celebre "Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo" a Napoli, dove ebbe modo di studiare composizione con alcuni dei più celebri autori della Scuola musicale napoletana, come Francesco Durante, Leonardo Vinci e Gaetano Greco.
Si diplomò nel 1731 a ventuno anni, componendo, come saggio finale, il dramma sacro "Li prodigi della divina grazia nella conversione e morte di san Guglielmo duca d'Aquitania"; nell'ultimo anno di studi aveva già composto un altro lavoro di pregio, l'oratorio "La fenice sul rogo, ovvero la morte di San Giuseppe".
Nelle note introduttive all'edizione del 1941 stampata a Roma da "Gli amici della musica da camera", si legge il seguente interessante commento al primo movimento di questo 'Salve Regina' per soprano solo con accompagnamento di 2 violini e basso, il cui esemplare è custodito nella Biblioteca del R. Conservatorio di Napoli:
«Lievissima, quasi "aerea" l'introduzione strumentale evoca la purezza dell'atmosfera celeste avvivata da un palpito di umana tenerezza che si fa sentire nelle affettuose inflessioni dei due violini; la voce subentra e sviluppa il motivo melodico iniziale con soavità: notevoli per efficacia le invocazioni "et spes nostra, salve!" cinque volte ripetute con accenti toccanti per fervorosa insistenza.»
Lo storico e viaggiatore Charles Burney scrisse che «la chiarezza, la semplicità, la verità e la dolcezza d’espressione» della sua arte conferivano a Pergolesi una statura superiore rispetto agli altri compositori dell’epoca; ancora secondo Burney, la musica di Pergolesi, «perfino la musica sacra, dove le parti polifoniche appaiono ridotte e spesso procedono all’unisono, per quanto dia l’impressione di essere composta senza sforzo apparente, dischiude all’ascolto effetti assai più belli e notevoli di quanto non prometta la semplice lettura della partitura».
Mattia Peli -
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