La Serva Padrona, stizzoso mio stizzoso

Preceduta da un breve, ma gustoso recitativo, nel quale la prepotente servetta giunge addirittura a chiudere in casa il padrone impedendogli di uscire, ecco la prima aria di Serpina, la quale risponde a tono al rimprovero di Uberto...Lei non si lascia certo né comandare né sottomettere dal padrone...urli pure quanto vuole il poveretto, tanto non otterrà da lei obbedienza, anzi, meglio ancora, eviti del tutto di gridare e taccia che forse gli conviene!
La struttura musicale del pezzo è la consueta forma ABA, ma curiosamente manca qui l’introduzione dell’orchestra che solitamente da l’avvio alle arie: tanto avvampa di rabbia la scaltra Serpina che il celeberrimo brano comincia improvvisamente con la sua invettiva...una via di mezzo tra una melliflua presa in giro e una non tanto velata minaccia...la melodia è puntuta e spigolosa come un dito teso a minacciare...e quello stesso dito è poi più volte portato sulle labbra per invitare il povero Uberto a deporre le armi di fronte a tanto temibile avversaria... “zit...zit...” ordine rapido e perentorio, secco, prepotente...ma nel quale si intravvede già la forza persuasiva e affettuosa della grazia femminile con la quale la furba fanciulla intende sedurre il padrone...
Paolo Vigo
interpreti:
Serpina: Elisa Balbo, Soprano
Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova

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