Ada, dal XXII Congresso ALC: “Dover giustificare la libertà di scelta è di per sé un paradosso”
Автор: Associazione Luca Coscioni
Загружено: 2025-10-05
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La lettera di Ada, letta dalla sorella Celeste, al XXII Congresso dell'Associazione Luca Coscioni:
"Dover giustificare la libertà di scelta è di per sé un paradosso.
Ma in un mondo in cui bisogna chiedere il permesso per decidere sul proprio corpo, sono felice di avere tante persone che combattono per un ideale comune.
Questa non è solo la mia storia, è la storia di chiunque.
Quando lavoravo come OSS, operatrice socio sanitaria, ero solita dire alle colleghe che faticavano a empatizzare di guardare i nostri assistiti come eventuali specchi. Di chiedersi: se quello fosse lo specchio del loro futuro, come avrebbero voluto essere trattate? Cosa avrebbero voluto?
Oggi io sono uno specchio, e oggi come allora la mia risposta è: libera di scegliere e decidere per me stessa.
Il mio messaggio non è solo un testamento morale ma anche una denuncia per tutte le donne e uomini che come Coletta si trovano o che si troveranno a dover condividere i pensieri più profondi e i retroscena più intimi per essere ascoltati da chi, da dietro una scrivania, decide delle nostre sorti.
Voglio ringraziare l’Associazione Luca Coscioni per il supporto non solo tecnico che dà a me e alla mia famiglia. Grazie per questo video e per il modo in cui è stato realizzato. Il coinvolgimento e l’umanità che mettete nel vostro lavoro rendono più facile per noi dover mettere a nudo la nostra anima.
Non posso nominarvi tutti né elencare tutto quello che avete fatto con me e per me, perché rischierei di dimenticare qualcuno. Scelgo quindi un’ambasciatrice: Filomena, grazie perché anche il 14 agosto eri al mio fianco in tribunale!
Voglio ringraziare la mia famiglia che è sempre al mio fianco, soprattutto nei momenti più difficili: mia madre, che è diventata le mie mani e la mia ombra, e mia sorella, che è diventata la mia voce.
Grazie anche ai miei ex colleghi, che oggi sono i miei supporti vitali umani senza i quali non potrei essere fisicamente qui.
Dovrei continuare all’infinito, quindi mi fermo. Ma è come se avessi nominato tutti.
La mia speranza è di lasciare un mondo migliore.
Un mondo dove chi non può generare può comunque essere genitore.
Un mondo dove la creazione di una nuova vita è una scelta voluta e ponderata, non un’imposizione moralista.
Un mondo dove la libertà non debba mai essere limitata da un numero tatuato o da un codice a barre su un pezzo di carta.
Un mondo dove si possa essere liberi di essere liberi.
Spero che il mio corpo mi dia la forza per congedarmi da un mondo in cui è valsa la pena vivere."
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