Conferenza COTAS Enna - Deposito Nazionale dei Rifiuti radioattivi
Автор: agiraorg
Загружено: 2015-09-11
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Si è tenuta Lunedì 7 Settembre 2015 presso il Centro Polifunzionale del Comune di Enna la conferenza "Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi e Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI)", organizzata dal "COTAS", Comitato Tutela Ambiente e Salute di Enna. A relazionare sul tema il presidente dell'associazione Tonino Palma che ha cercato di fare il punto della situazione, ribadendo il fatto che ad oggi, la CNAPI e i relativi studi sulle aree potenzialmente idonee effettuati dalla SOGIN siano ancora coperti da segreto di stato e che quindi in questa fase ci si muove preventivamente sulla base delle indiscrezioni trapelate tramite gli organi di stampa che vorrebbero il territorio ennese, ed in particolare i giacimenti di Assoro-Agira, Salinella e Resuttano, probabilmente candidati ad ospitare le scorie nucleari a bassa radiattività provenienti dalle attività mediche di tutto il territorio nazionale, e quelle ad alta, media e bassa attività provenienti dal "decommissioning" delle centrali nucleari non più in funzione. Il governo nel 2010, con il decreto 31/2010 incaricò la SOGIN ad effettuare i lavori di studio e quindi di realizzazione del "Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi" in virtù di una volontà politica di ritorno allo sfruttamento dell'energia nucleare, volontà bloccata sul nascere dal referendum del 2011 che ribadisce e conferma la ferma intenzione della popolazione italiana di non sfruttare l'atomo come fonte di energia.
Nonostante l'abbandono, speriamo stavolta senza ripensamenti politici, dell'energia atomica da parte dello stato italiano, rimane il problema e la necessità di trovare una collocazione e un modo per gestire i rifiuti che sono stati prodotti negli anni dalle centrali nucleari in attività prima del referendum del 1987 (Trino, Caorso, Montalto di Castro, Latina e Sessa Aurunca), dei reattori nucleari militari (impianto CISAM di San Piero a Grado in provincia di Pisa), dai reattori installati nelle università italiane a scopo di ricerca (Pavia, Palermo, Cagliari) e per ultimo da tutti i presidi ospedalieri che hanno un reparto di medicina nucleare (TAC, PET ecc). Nel 2003 la SOGIN effettuò degli studi individuando come territorio idoneo ad ospitare tale deposito il sito di Scanzano Ionico (questo dovrebbe essere lo studio Sogin 2003) ma vi fù una forte ed organizzata ondata di proteste che fece sì che il progetto venisse prima abbandonato e poi rinviato a data da destinarsi, la critica maggiore che fu rivolta allora a Sogin fu quella di aver deciso senza il coinvolgimento della popolazione locale.
Per far si che non si ripeta tale eventualità la Sogin ha previsto un percorso di trasparenza che sembrerebbe voler coinvolgere preventivamente nell'individuazione delle aree la popolazione come si indicava già nel 2009 in questo studio dell'ENEA, tuttavia qualora i vari passaggi previsti per il coinvolgimento della popolazione dovessero fallire sarà il consiglio dei ministri pro-tempore ad avere l'ultima parola sulla scelta del sito.
Di rinvio in rinvio si è arrivati fino ad i nostri giorni, alla calda estate 2015 quando, forse solo per coincidenza in contemporaneità, spot nazionali atti ad informare la popolazione predisposti dalla Sogin, e indiscrezioni di stampa hanno riportato alla ribalta il tema del Deposito Unico e le problematiche ad esso connesse.
Il presidente Tonino Palma comunica anche di aver ricevuto la disponibilità del presidente di SOGIN, Giuseppe Zollino, a tenere un incontro con la popolazione ennesse per spiegare gli eventuali "vantaggi" che ricadrebbero sul territorio che eventualmente ospiterebbe il Deposito Nazionale di Scorie, lo stesso Zollino, secondo quanto riferisce Tonino Palma, non si sente per nulla preoccupato da quanto sta succedendo nei nostri territori, anzi, si mostra sicuro del fatto che valutati rischi e vantaggi, per Sogin sarà difficile scegliere tra i tanti territori che avanzeranno una candidatura spontanea. Sarà così? Speriamo vivamente di no, intanto i comuni dell'ennese proseguono a dichiararsi "denuclearizzati", e gli amministatori sembrano tutti concordare in un no all'unisono alle scorie, potrà l'investimento quantificato da Sogin in circa 1,5 miliardi di euro, di cui 650 milioni di euro (43%) per la localizzazione, progettazione e costruzione della struttura, 700 milioni di euro (47%) per infrastrutture interne ed esterne e 150 milioni di euro (10%) per la realizzazione del Parco Tecnologico far cambiare idea a qualche amministatrore locale? Nuovamente ci auguriamo vivamente di no.
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