Asedio di Budapest 1944 | Lo Stalingrado delle SS

Dopo tre anni di lotta contro l'Unione Sovietica e dopo la catastrofica sconfitta nella battaglia di Stalingrado, l'Ungheria si trovava in una situazione disperata. La perdita totale dell'esercito reale ungherese e l'imminente avvicinamento delle linee del fronte alle proprie città portarono a una riesaminazione urgente della sua partecipazione al conflitto. Le considerazioni militari, insieme alle pressioni politiche interne e alle influenze esterne, esercitarono una potente influenza sui tentativi dell'Ungheria di cercare un'uscita dalla guerra.

All'interno del governo ungherese, diverse fazioni dibattevano sulla direzione da seguire. Alcuni sostenevano una politica pragmatica che cercasse una pace separata con gli Alleati, con l'obiettivo di preservare la sovranità nazionale e di evitare ulteriori perdite umane ed economiche. Allo stesso tempo, l'Ungheria affrontava pressioni esterne sia dagli Alleati che dalla Germania per mantenere il suo impegno nella guerra.

Man mano che il conflitto si intensificava e le conseguenze devastanti per l'Ungheria diventavano più evidenti, comprese la perdita di territori e risorse, aumentavano i richiami a cercare una soluzione negoziata. Questi sforzi si manifestarono in vari tentativi di negoziazioni segrete con gli Alleati e in azioni diplomatiche destinate a inviare segnali di moderazione e disponibilità a negoziare una pace separata.

All'inizio del 1944, il reggente ungherese Miklós Horthy, allarmato dalle devastanti conseguenze della guerra per il suo paese, iniziò a esplorare la possibilità di negoziare una pace separata con gli Alleati. Tuttavia, queste negoziazioni segrete non passarono inosservate per la Germania, che considerava l'Ungheria un alleato prezioso nella lotta contro l'Unione Sovietica. Il 19 marzo 1944, i tedeschi lanciarono l'Operazione Margarethe, con la quale le forze della Wehrmacht invasero il sud dell'Ungheria senza preavviso. L'invasione fu rapida ed efficace, e in pochi giorni, le principali città e punti strategici del paese erano sotto controllo tedesco.

La mancanza di resistenza organizzata da parte delle forze ungheresi e il supporto di fazioni pro-naziste all'interno del governo facilitarono l'occupazione. L'azione decisiva della Germania pose fine ai tentativi dell'Ungheria di abbandonare la guerra, costringendo il paese ad allinearsi completamente con gli interessi dell'Asse e del regime nazista. Inoltre, le forze tedesche misero Horthy agli arresti domiciliari e sostituirono il primo ministro Miklós Kállay con Döme Sztójay, un fervente sostenitore dei nazisti. Sztójay, sostenuto dal governatore militare nazista Edmund Veesenmayer, legalizzò il partito antisemita e pronazista Croce Frecciata, avviò la deportazione di massa degli ebrei ungheresi in Germania e iniziò una violenta repressione contro l'opposizione liberale e di sinistra.

L'occupazione tedesca e la collaborazione del governo ungherese con le autorità naziste provocarono una crescente insoddisfazione e resistenza all'interno del paese. Man mano che la situazione militare sul fronte orientale si deteriorava per l'Asse e le forze sovietiche avanzavano verso l'Ungheria, aumentarono le tensioni politiche interne.

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'Catalyst' by Scott Buckley - released under CC-BY 4.0. www.scottbuckley.com.au

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