La Tomba del Tuffatore di Paestum nel Cilento ♥
Автор: Vito Panzella
Загружено: 2017-11-14
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Una delle tante meraviglie del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni. Scoperta nel 1968 dall'archeologo Mario Napoli, è l'unica testimonianza di pittura greca, figurativa e non vascolare, nota. Conservata presso il museo archeologico nazionale di Paestum, raffigura un giovane nudo che si tuffa nell’oceano, immagine metaforica del passaggio dalla vita alla morte. Risale al 475 a.C.. Si tratta di una tomba a cassa, costituita da cinque lastre calcaree in travertino locale che, al momento del ritrovamento, si presentavano fra loro accuratamente interconnesse e stuccate. Mentre tradizionalmente i greci avevano una visione molto negativa del aldilà, nel V sec. a.C. si diffondono nuove idee, basate sulla speranza di una forma di sopravvivenza dopo la morte. Su questa scia, Platone definirà la morte la “liberazione dell’anima”, anticipando così credenze religiose più recenti. L’eccezionalità della tomba consiste nel messaggio metafisico che trasmette attraverso il linguaggio visivo. Nelle città greche dell’Italia meridionale, filosofi come Pitagora e Parmenide stavano affrontando questioni legate alla metafisica e alla vita dopo la morte. Sulle lastre della cassa funebre sono rappresentate scene tradizionali di simposio e di banchetto. L'uso delle tombe dipinte si afferma a Paestum in modo assai diffuso nel IV secolo a.C., durante il dominio lucano. E quindi ora non vi resta che tuffarvi nel Cilento per ammirarne le sue bellezze.
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