Le incisioni rupestri in Valcamonica
Автор: Zamenhof Art
Загружено: 2023-05-30
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Le incisioni rupestri della Valcamonica
Una produzione Zamenhof Rock Art per il Parco Archeologico di Luine, Darfo Boario Terme (BS)
Testi e fotografie di Virgilio Patarini
Montaggio e voce fuori campo di Alessandro Baito
Musiche di Mirko Boroni
La Valcamonica, primo sito Unesco italiano, è il territorio col maggior numero di incisioni rupestri preistoriche di tutta Europa: nel raggio di pochi chilometri, in otto diversi parchi archeologici, di cui quattro concentrati tra Capo di Ponte, Ceto, Cimbergo e Paspardo nella striscia di valle tra le due grandi montagne “sacre” della Concarena e di Pizzo Badile, si concentrano centinaia di migliaia di istoriazioni di straordinario interesse e di grande varietà iconografica.
Le più antiche campeggiano su due rocce della collina di Luine, a Darfo Boario Terme. Si tratta di figure di grandi animali appartenenti al cosiddetto Periodo Proto Camuno che coincide con le estreme propaggini del Paleolitico. Secondo gli studi più recenti risalirebbero a 13.000 anni fa e sarebbero state incise da gruppi di cacciatori nomadi penetrati nella valle sul finire dell’ultima era glaciale.
Occorrerà attendere alcuni millenni per avere ulteriori testimonianze scolpite o graffite sulle rocce camune: nel corso del Neolitico, in corrispondenza del primo e del secondo periodo camuno, ossia dalla metà del sesto millennio a.C., la Valle cominciò ad essere abitata da popolazioni stanziali dedite alla caccia, all’agricoltura e all’allevamento. In questo periodo compaiono sulle rocce le prime figure antropomorfe: si tratta degli “oranti”, le tipiche figure con braccia aperte e sollevate e gambe aperte e piegate, e poi coppelle e una grande quantità di simboli geometrici di cui per lo più ci sfugge il significato: dischi con croci interne, cerchi concentrici con coppella centrale, spirali, meandri, motivi serpentiformi, rettangoli e triangoli istoriati da motivi geometrici, quadrati, idoliformi. Gli oranti vengono talvolta rappresentati con grandi mani e grandi piedi, a testimoniarne l’importanza o la potenza, isolati o in gruppi
Tra il secondo il terzo periodo camuno compaiono poi rettangoli vagamente a forma di scudo decorati al loro interno da motivi geometrici a griglia o con altre combinazioni di segni. E poi le prime mappature del territorio, telai, aratri.
Nel corso del terzo periodo i motivi scutiformi e i dischi diventano sempre più complessi; proliferano inoltre, tra l’età del rame e quella del bronzo, le raffigurazioni di armi: prima asce, mazze, lance, poi alabarde, pugnali.
Al termine del terzo periodo fa la sua irruzione il più iconico e misterioso dei segni incisi sulla roccia dai Camuni: la cosiddetta “rosa camuna”, di cui compaiono numerose varianti e che si trovano con insolita concentrazione nei territori di Paspardo e di Luine.
Nel quarto periodo infine diventano dominanti le figure di armati, le scene di duello, di danza e di caccia al cervo, capanne-granaio, grandi guerrieri, impronte di piede. Compaiono inoltre, intorno al V secolo A.C. numerose scritte in retico-camuno, una variante nordica della scrittura etrusca, di cui conosciamo il suono delle lettere ma non il significato delle parole.
Ancora una volta un enigma.
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