Emilia-Romagna, gli angeli del fango liberano case e strade
Автор: TeleAmbiente
Загружено: 2023-05-23
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Li hanno chiamati 'angeli del fango', un termine in voga sin dall'alluvione di Firenze del 1966 e che torna attuale ad ogni disastro meteorologico. Loro, però, forse non amano essere indicati così. Sono gli emiliani, i romagnoli e anche persone venute spontaneamente da altre Regioni per dare una mano a chi, nell'alluvione dell'Emilia-Romagna, ha perso tutto. Non c'è differenza sociale, anagrafica, sessuale o di abilità: sono tutti un'unica forza, quella della solidarietà e dell'altruismo.
Ora che il peggio è passato, dopo 14 morti, decine di migliaia di sfollati e danni incalcolabili, è il momento di liberare le strade e le case dal fango che ha distrutto tutto. La macchina solidale, venuta a crearsi in maniera spontanea, funziona alla perfezione e lo dimostrano le immagini di vere e proprie catene umane che velocizzano la rimozione del fango. I volontari, passandosi secchi pieni di fango, hanno accelerato notevolmente ogni operazione.
C'è anche un motto, in questi giorni, rilanciato anche dal presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: "Tin bota". Tenere botta, in questi momenti difficili, è essenziale. Ma gli abitanti sono pronti, sanno come fare e lo hanno già dimostrato nel 2012, con lo sciame sismico che aveva colpito duramente l'Emilia.
E quindi, non chiamateli 'angeli del fango'. Anche perché gli uomini e le donne protagonisti di questa grande mobilitazione solidale, pronti ad aiutare chi ha perso tutto, hanno già ribadito di preferire un altro appellativo, decisamente più regionale: 'Chi burdèl de paciúg'. Una frase che rifiuta l'appellativo di angeli, ma che risulta più rappresentativa e identitaria per un territorio che ancora una volta viene colpito da un disastro ed è chiamato a rialzarsi. E in questo, il senso di appartenenza non può che aiutare.
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