25 aprile 1945, morte dei partigiani Adolfo e Ettore Ortolan: la versione di Pietro Vanin (Marcon)
Автор: intervistepavan
Загружено: 2015-08-26
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Intervista audio a un noto esponente della sinistra di Marcon (VE) sul modo in cui avvenne la morte dei due partigiani della brigata Oreste Licori “Negrin”, a San Vitale di Canizzano (zona via Maleviste, vedi il cippo).
Testimonianza registrata da Camillo Pavan a Marcon il 24 agosto 2015. Lingua parlata: dialetto veneto. Trascrizione in italiano.
0:00 Quella volta che li hanno uccisi …
non so se tu sappia com’è avvenuto.
Ci sono varie versioni.
La versione è questa, a me lo diceva suo padre [Giacomo Ortolan detto] Checco [Bessoƚa]: erano in stalla e stavano preparando le armi per andare l’indomani a Treviso [ad attaccare ] le caserme dei fascisti. Avevano tutte le armi smontate per pulirle, e in quello i fascisti [XX brigata nera "Cavallin" di Treviso] hanno circondato la casa.
00:24 Prima di tutti suo padre è scappato lungo il fosso
, e si è salvato. Dolfino invece l’hanno beccato prima. E quando gridava “ahi, ahi..”, perché non l’hanno ammazzato con le pallottole, [suo zio] Ettore è venuto fuori dal fosso, e l’hanno beccato anche lui.
[...]
01:09 - Restando comunque all’episodio
Checo [Giacomo Ortolan detto Checo Bessoƚa] le ha detto che era dentro in stalla.
… E che sopra un tavolo avevano le armi tutte smontate e se avevano le armi smontate non potevi neanche sparare; difatti non hanno sparato neanche un colpo.
[...]
01:58 Invece dicono che abbia parlato
la … come si chiama, una che ha fatto la spia…
Sì, a me hanno detto che era il bidello della scuola.
No, no, è stata la Maria Potente, di Gaggio.
[...]
[Ritornando a Canizzano… Checo] non ha potuto fare niente.
Non ha sentito. Perché se avesse sentito come ha sentito Ettore… Ettore ha sentito gridare il ragazzo, Dolfino, ed è venuto fuori dal fosso; c’è ancora quel fosso.
[...]
05:13 Checo l’ha detto a me, perché
dopo andavamo a fare le Feste dell’Unità e tutte ‘ste robe. E mi ha detto: “Io se lo sentivo andavo fuori, e non l’ho sentito”.
[...]
05:35 In seguito lui l’ha raccontata un po’ più grande
che hanno sparato, che hanno ammazzato dieci dodici fascisti. Ma non è vero niente. Loro non hanno sparato neanche un colpo.
[...]
Io so la versione di Checo.
E quella è importante. La “prima” versione di Checo.
06:11 La prima versione di Checo
che l’ha raccontata quindici venti giorni dopo che erano successe queste cose. Perché Checo aveva dato vita al Gatto Rosso, all’osteria, e ti raccontava le prime versioni.
La versione invece dei tanti morti che hanno fatto loro che hanno sparato, i partigiani contro i fascisti, non è vero un c.
06:34 - Ma chi l’ha tirata fuori?
Eh, qualcuno ingrandisce sempre una storia.
[...]
07:16 Questa è la versione
che mi ha raccontato quel contadino e che mi ha raccontato anche Checo.
Dopo le altre versioni … quella dei morti [fascisti] quella è proprio una fandonia.
Quella della sparatoria…
La sparatoria là non c’è stata. Gli unici che hanno sparato sono stati i fascisti. E solo i fascisti, no i tedeschi.
*
Il testimone Pietro Vanin è nato a Marcon il 23 dicembre 1930 e l'intervista è stata registrata nella sua abitazione di Marcon.
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