Naufragio dello yacht Bayesian

Il caso del naufragio dello yacht Bayesian rappresenta una tragedia tanto spettacolare quanto drammatica, con risvolti tecnici, investigativi e umani di forte impatto. Il 19 agosto 2024, durante una vacanza celebrativa nel mare di Sicilia, l’imponente veliero da 56 metri, costruito nel 2008 dal cantiere italiano Perini Navi e dotato – all’epoca del varo – del più alto albero in alluminio del mondo (75 m), si trovava ancorato nelle vicinanze di Porticello (Santa Flavia, Palermo). Progettato per eleganza e stabilità, il Bayesian era considerato quasi “inaffondabile” .

Attorno alle 03:50 del mattino, il clima estivo mutò in modo drammatico. Un violento temporale, forse accompagnato da un downburst – corrente d’aria discendente con raffiche fino a 150–200 km/h – si abbatté sull’ancoraggio. Immagini di sorveglianza mostrano come in pochi istanti il veliero fu scosso, scivolò sull’ancora (cancellando la stabilità fornita dalla zavorra) e inclinando progressivamente la sua struttura .

Le fasi finali, documentate tramite AIS del veliero, raccontano un drammatico conto alla rovescia: in un arco di 16 minuti (dalle 3:50 alle 4:06), il yacht perse l’ancoraggio, si allagò, perse potenza e infine si inabissò di prua, poggiandosi sul fianco destro, a 50 metri di profondità .

A bordo si trovavano 22 persone – 10 membri d’equipaggio e 12 ospiti – tra cui spiccavano nomi noti: il magnate britannico Mike Lynch (59 anni), cofondatore di Darktrace, e la figlia diciottenne Hannah Lynch, oltre a professionisti di spicco. Alla fine, 15 individui si salvarono grazie a zattere autogonfiabili, soccorsi tempestivi (anche dal veliero Sir Robert Baden Powell) e riflessi pronti in piena emergenza . Purtroppo sette persone persero la vita: i corpi di Mike, di Hannah e di altri quattro passeggeri e un membro dell’equipaggio (tra cui il cuoco Recaldo Thomas) furono recuperati nei giorni seguenti .

Le ipotesi sull’ascesa del disastro

Diversi fattori – meteorologici, progettuali e umani – potrebbero aver contribuito al naufragio:
1. Fenomeno estremo: un downburst o tromba d’aria ha scatenato raffiche improvvise attorno alle 3:50, mettendo a dura prova la stabilità della nave .
2. Albero eccezionale: il mastodontico albero di 75 m, con la sua vasta superficie esposta al vento, è considerato da alcuni un elemento critico: seppur progettato per l’equilibrio, avrebbe contribuito a un effetto ancora più destabilizzante .
3. Keel (chiglia) ripiegata: la deriva mobile, che conferisce stabilità, non era completamente abbassata, limitando così la capacità di contrastare le raffiche .
4. Ingressi d’acqua: ipotesi di hatch o portelloni lasciati aperti – in particolar modo quello della poppa – che avrebbero potuto far affluire rapidamente acqua nel sistema, accelerando l’allagamento . Tuttavia, fotografie suggeriscono che erano chiusi poco prima del disastro, complicando la ricostruzione ().

Inchieste in corso e recupero

Dopo l’affondamento, la Procura di Termini Imerese avviò una inchiesta per naufragio, disastro colposo e omicidio plurimo colposo, con indagati – tra gli altri – comandante, ufficiali e marinaio di plancia .

Parallelamente, il 3 maggio 2025 sono iniziate le delicate operazioni di recupero, condotte con gru galleggianti (HEBO LIFT 10) e navi olandesi; purtroppo, un sub è deceduto durante le attività preparatorie . Il 20 giugno 2025 il relitto è stato finalmente riportato in superficie, senza il mast, e trasferito a Termini Imerese per perizie forensi e tecniche approfondite .

L’UK Marine Accident Investigation Branch (MAIB) ha pubblicato rapporti provvisori che evidenziano vulnerabilità della nave rispetto a raffiche estreme, possibili mancanze nel manuale stabilità e ruolo centrale del fenomeno meteorologico, piuttosto che responsabilità legate agli hatch . Nel frattempo, è in corso un’indagine penale in Italia, con accuse per il comandante e due membri dell’equipaggio, anche se al momento nessuna imputazione formale è stata emessa .