S. Lazzaro e il Lazzaretto
Автор: LUCCA Curiosa
Загружено: 2021-09-15
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San Lazzaro e il Lazzaretto
Stamani siamo davanti la chiesa di san Lazzaro, che si
affaccia sul viale s. Concordio soltanto a qualche decina di metri oltre il sottopasso dell'autostrada A11, a circa 3 km dal centro urbano.
Un tempo questa zona faceva parte del grande terreno a sud-ovest della città detto “prato del marchese” ove si produceva fieno. Si estendeva dal ponte del Marchese (oggi ponte San Pietro) fino al ponte sull’ Ozzeri a Pontetetto
In un video precedente avevamo parlato di Lucca città accogliente, ma era anche tempo di pestilenze. Quindi erano necessarie strutture ospedaliere, “lazzaretti” lontane dalla città dove ospitare i pellegrini stranieri e i contagiati.
All’Ospitale di San Lazzaro si entrava attraverso il portale che si affaccia a ponente sul viale san Concordio, ornato con gli stemmi dei Beccafava e dei Guinigi, per raggiungerlo occorreva passare un ponticello che superava il canale Benassai-Penitese, dai Penitese che esercitavano l’arte della seta, canale adesso coperto dalla ciclabile. Sul piazzale vediamo il sagrato della chiesa romanica di S. Lazzaro e gli edifici per l'accoglienza sulla parte meridionale del tempio, questi sono stati modificati nel corso di circa un millennio, oggi sono quindi irriconoscibili.
Già nel 1232, per questa zona, i documenti parlano di un 'ospedale, aperto ai viandanti e ai pellegrini, ma anche ai poveri appestati, quindi una duplice funzione.
In quel tempo a Roma viene eletto papa Ubaldo degli Allucignoli, vescovo originario di Lucca, che sceglierà il nome Lucio III; mentre la sede vescovile lucchese era scoperta e solo nel 1236 verrà eletto vescovo Guercio Tebalducci da Siena.
Lucca per numerosi secoli fu una città frequentata da:
Pellegrini che si muovevano per e da s. Giacomo di Compostela;
Palmieri che si muovevano per e da Gerusalemme;
Romei che andavano o tornavano da Roma.
Ma fu anche una città colpita da numerose epidemie di peste. Il Sercambi, storico lucchese nato nel 1348, morto nel 1424, narra di ben 10 epidemie che interessarono la città al suo tempo ognuna con centinaia, migliaia di morti.
Una lapide del 1412 ricorda la nomina vescovile dell’amministratore dell’ospedale. La gestione del complesso era molto attenta, donazioni e immobili ricevuti in eredità consentirono autonomia e sviluppo adeguato alla struttura. Nel 1550, sempre per ordine vescovile i beni dell’ospedale San Lazzaro vennero uniti a quelli dell'ospedale cittadino di S. Luca e gli stemmi presenti nella struttura, una M con croce che sormonta un torsello della seta, sono quelli dell’Ospedale San Luca e dei mercanti della seta che finanziavano e controllavano gli ospedali lucchesi.
La chiesa in stile romanico -lucchese ha una struttura a capanna con ampia finestra a centro facciata.
Entriamo nella chiesa e notiamo le sue dimensioni auree largh. 6,9 m, lungh. 11,4 m, quoziente 0,618, l'altezza è 7,2 m. Il pavimento si presenta più basso del piano di campagna del sagrato in quanto sono state rimosse le sepolture precedentemente ospitate.
Gli altari: il principale è ornato dal quadro della Madonna del Soccorso; l'altare secondario presenta un affresco deteriorato della madonna del soccorso, mentre in tempi recenti a lato è stata collocata una Resurrezione di Lazzaro, di G. Franco Rontani. Quadro che propone un altro Lazzaro quello di Betania, resuscitato da Gesù. Mentre in realtà il San Lazzaro cui è intitolata la chiesa è tratto dalla parabola presente nel Vangelo di Luca (16, vv 19-31).
Lazzaro è il povero affetto da piaghe che aspetta il cibo dalla mensa del ricco Epulone. Nel racconto Lazzaro avrà il paradiso, mentre il ricco rimarrà negli inferi.
Da questo Lazzaro presero nome tutti i lazzaretti.
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