Archeologia IMPOSSIBILE: Il Tempio di Kailasa

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🚨 Il Tempio di Kailasa a Ellora è una delle più grandi sfide all’archeologia e alla logica moderna. Parliamo di un’opera scolpita nella roccia dura del Maharashtra, non costruita, ma letteralmente liberata da una montagna. 200 mila tonnellate di roccia rimosse, l’equivalente di due portaerei nucleari, per creare un tempio monolitico con colonne perfette, bassorilievi dettagliatissimi e simmetrie che sembrano uscite da un laboratorio di precisione.

Come hanno fatto più di 1300 anni fa, senza dinamite, senza macchinari e con strumenti rudimentali, a ottenere superfici lisce, geometrie impeccabili e proporzioni matematiche? Perché scegliere la via più folle e complessa, scolpire una montagna intera dall’alto verso il basso, quando avrebbero potuto costruire in positivo, pietra su pietra, come in tanti altri templi indiani?

Il Kailasa è un mistero che unisce religione, mito e tecnica: rappresenta il Monte Kailash, dimora del dio Shiva, ed è circondato da un complesso di 34 grotte che ospitano templi induisti, buddisti e giainisti. Un luogo che sembra gridare al mondo un sapere perduto, un’eredità dimenticata che ritroviamo anche in Petra, Lalibela, Derinkuyu, Abu Simbel e in altri luoghi scolpiti nella roccia.

Siamo di fronte solo a coincidenze culturali o alle tracce di una conoscenza universale, trasmessa da antichi civilizzatori e poi svanita nella notte dei tempi?

Scopriamo insieme l’archeologia impossibile del Tempio di Kailasa.

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