Museo di Storia Naturale - Calci - Pisa - 4K - Walking Tour
Автор: Luca T H Melai
Загружено: 2025-05-26
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Riprese e montaggio a cura di Luca Melai
Verso la fine del Cinquecento in tutta Europa proliferano le cosiddette Wunderkammern o Raritatkammern (“Camere delle meraviglie” o “Camere delle rarità”).
Assemblate da sovrani, principi e signori appassionati di scienza, queste collezioni includono ogni genere di reperto, senza ordine apparente e senza altro criterio che la rarità e la bizzarria. Lo scopo di queste Wunderkammern è quello di fornire un’immagine della complessità dell’universo, offrendo di essa vari exempla: vi sono custoditi cimeli insoliti o di pregio (curiosa), artefatti di ogni epoca e provenienza (artificialia), nonché reperti rappresentativi dei regni della natura (naturalia).
Tra le raccolte più rinomate dell’epoca possiamo ricordare quelle di Francesco Calzolari a Verona, di Ulisse Aldrovandi a Bologna, di Manfredo Settala a Milano, di Ferrante Imperato a Napoli, di Ole Worm a Copenaghen, di Athanasius Kircher a Roma e, naturalmente, quelle di proprietà di alcuni principi, come Rodolfo I d’Asburgo, l’arciduca Ferdinando del Tirolo, Alberto V e Carlo V, duchi di Baviera.
Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa ha le sue origini nella “Galleria” annessa al Giardino dei Semplici pisano (attuale Orto Botanico) costituita sul finire del ‘500 per volontà di Ferdinando I dei Medici.
All’interno delle Wunderkammern, la Galleria pisana assume sin da subito una fisionomia peculiare: lo stretto legame con l’Ateneo Pisano – e con il Giardino dei Semplici – fa sì che al semplice destare curiosità caratteristico delle Camere contemporanee si accompagni sempre e comunque un approccio di tipo scientifico nei confronti dei reperti.
Nel Museo è possibile vedere tutt’ora esposte diverse opere annoverate negli inventari seicenteschi.
Sul finire del XIX secolo l’originaria Galleria è dunque ormai suddivisa in tre musei indipendenti, tutti in continua espansione e di indubbia rilevanza scientifica nel panorama nazionale e internazionale.
Tuttavia, lo spazio per l’esposizione è quanto mai circoscritto: le collezioni dei Musei di Zoologia e Anatomia comparata, Geologia e Paleontologia, Mineralogia e Petrografia, chiuse al pubblico sin dal secondo dopoguerra, occupano quasi per intero il primo piano del complesso di edifici posti in via Volta e in via Santa Maria e parte dei locali del convento di Santa Croce in Fossabanda.
Alla fine degli anni Settanta, dopo l’abbandono della Certosa di Pisa da parte dei monaci, il professor Ezio Tongiorgi si prodigò affinché il prestigioso edificio monumentale venisse affidato in uso perpetuo e gratuito all’Università al fine di costituirvi il Museo di Storia Naturale, di cui curò l’allestimento e il trasferimento e di cui divenne direttore dal 1977 al 1985.
È così che nasce il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, il quale, oltre alla ricchezza delle collezioni, trova la sua particolarità e il suo fascino proprio nella collocazione in un edificio di tale valore storico-artistico, costituendo, di fatto, un unicum nel suo genere.
Di particolare impatto visivo è la galleria dei Cetacei: oltre trenta scheletri esposti in un antico loggiato, oggi chiuso da grandi vetrate che danno direttamente sul paesaggio del Monte Pisano
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