Freak Antoni, Paco D'Alc, Eros Drusiani: TrioTurbina in Badilate di Cultura
Автор: Fabio Ferriani
Загружено: 2023-01-03
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Badilate di cultura
Freak Antoni era un grandissimo intrattenitore. Il migliore che ho conosciuto.
Era imbattibile nel prendere il pubblico sottobraccio e portarlo a spasso con sé. Sembrava che gli parlasse all’orecchio amorevolmente. Aveva una fisicità che lo aiutava nel dire le cose più assurde. Utilizzava la sua faccia imperscrutabile per ottenere l’attenzione del pubblico, e ci impiegava solo qualche minuto. Aveva una bella voce nel cantare, ma anche nel parlare: sempre gentile, con toni caldi e mai urlati. Era un po’ così anche nella vita di tutti i giorni. Freak non portava sul palco un personaggio, ma una parte rilevante del suo essere.
La gente lo amava perché percepiva la sua sincerità e profondità nell’affrontare temi spesso scottanti.
Attraverso la comicità, snocciolava problematiche anche tragiche. Badilate Di Cultura era un pezzo di spettacolo tratto da un suo libro, che riportava una lunga serie di giochi di parole che aveva pazientemente cercato e raccolto. Freak partiva sempre con tono dimesso e cominciava declamando qualche cretineria, continuava poi implacabile fino ad essere avvolto dagli applausi e dalle risate. Era un gladiatore della comicità. Un artista pieno di piccoli colpi di scena, e la gente s’innamorava dei suoi racconti demenziali. Non faceva mai trapelare la fatica, come consigliava Charlie Chaplin.
Ad un certo punto la gente arrivava a ridere anche soltanto perché lui si toccava il naso o un piede. Quando prendeva quota saldamente, faceva tutte le acrobazie che voleva, più delle Frecce Tricolori.
Tra una battuta e l’altra, era solito partire con un piccolo monologo introduttivo che sembrava improvvisato, ma ogni sera si arricchiva di qualcosa che magari arrivava tra le risate della gente. Il pubblico diventava coautore involontario dei monologhi che, serata per serata, si allungavano per merito delle orecchie dritte di Freak, che non perdeva mai un colpo nel ricordare e segnarsi spunti o battute nuove. Dimenticavo di dire che i monologhi introduttivi arrivavano a diventare esilaranti, molto più delle battute che andavano a presentare. Le battute diventavano un pretesto e finivano a fare da spalla ai monologhi introduttivi. Tutto quello che ho scritto fino a ora, si poteva sintetizzare in una frase sola: Freak era un autentico fuoriclasse. Ed io mi sento molto onorato di avere giocato tante partite con lui, e a volte di avere condiviso lo stesso spogliatoio. Non sempre riscaldato.
Ormai che ho perso tempo a scrivere queste trentanove righe, penso sia giusto che anche voi ne abbiate perso un po’ per leggerle, cari amici.
Inutile dire che quando, negli ultimi due anni, arrivò un’altra punta in squadra, Eros Drusiani: scrittore, autore e cabarettista raffinato, diventammo un trio pieno di risorse e di repertorio. Diventammo il mitico Il Trio Turbina. Ricordo che i primi incontri tra noi tre, erano mirati a preparare una trasmissione radiofonica per la Rai. Ma dopo aver incassato l’ennesimo: Vi Faremo Sapere, abbiamo continuato a collaborare per costruire uno spettacolo live. Ad un certo punto, sembrava che il progetto potesse avere uno spazio di livello alto. Sarebbe difficile spiegare in fretta perché il Trio Turbina abbia, lentamente, smesso d’esistere.
Di sicuro si può dire che avevamo ricevuto una proposta allettante e che l’abbiamo rifiutata. I motivi erano e sono ancora così complicati che non li abbiamo ancora capiti. Non abbiamo mai litigato e siamo rimasti amici.
Di sicuro so soltanto che con il Trio Turbina ci siamo divertiti molto.
Povero e depresso
Aveva bisogno di uno sfogo
Cosicché il cielo
Gli mandò il morbillo
Paco D’Alcatraz
Il “Trio Turbina Shoo” ha avuto una vita breve. L’unico documento video che testimonia la sua esistenza ce l’abbiamo, perché l’amico Manuele Angiuli pensò di portare con sé la telecamera, quando un pomeriggio si unì a noi per raggiungere Modena il lunedì del 7 luglio 1997.
Dovevamo fare una serata di comicità demenziale in un “Cortile Estivo” del centro.
Eravamo in tre: Freak Antoni, Paco D’Alcatraz ed Eros Drusiani. Ci conoscevamo da anni e ci accomunava, da sempre, una spiccata vena demenziale.
Parlando del progetto Trio Turbina notammo subito una buona sinergia tra noi. In breve, pensammo di scrivere la scaletta di uno spettacolo attingendo dal repertorio che ognuno di noi aveva.
Riprese di Emanuele Angiuli
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