Io, che inciampo e rido

Io, che inciampo e rido

Io,
che inciampo e rido
come un gatto su un tetto di parole
che non scotta più.

Ho camminato su strade storte
dove l’asfalto racconta bugie
e il vento mi ha infilato nelle tasche
sogni stropicciati
e biglietti del tram mai timbrati.

Le mie scarpe,
piene di sabbia e pensieri,
hanno attraversato notti scomode
e mattini gentili
senza chiedere il permesso.

Ho scelto il disordine
come si sceglie una poesia
senza capirla tutta,
ma sapendo che ti somiglia.

La mia ombra inciampa
un passo prima di me
e io la seguo,
con una sigaretta che fuma malinconia
e con gli occhi che ridono
anche quando il treno è partito
e il cuore è rimasto sul binario.

Sono caduto mille volte,
e mille volte il pavimento
ha imparato il mio nome.
Ma ogni frattura
ha fatto entrare un po’ di cielo
tra le costole.

Non faccio programmi.
Il tempo non lo so usare.
Mi metto addosso gli attimi
come maglioni rubati
a case che non sono mie
ma mi scaldano.

E mi capita,
a volte,
di trovare un sorriso
in uno sguardo sconosciuto
più mio di uno specchio.

L’ignoto mi dorme accanto.
Lo chiamo per nome,
lui mi graffia
poi ride
e mi porta il caffè.

Assaporo ogni secondo
come si assapora il primo giorno di scuola,
con la paura nascosta
dietro la voglia di esserci.

E quando la solitudine viene a trovarmi,
non la caccio via.
Le preparo il tè.u
Lei parla poco,
ma sa ascoltare.

La malinconia?
È una poesia incompleta
che ogni tanto finisce da sola
quando il cielo è così blu
che fa male.

E là,
dove nessuno vuole restare,
ho trovato un compagno di viaggio.
Un po’ pazzo,
un po’ fragile,
un po’ me.

Canta canzoni stonate alla luna
si mette il cuore in tasca
e va.
Inciampa.
Ride.

Io,
che inciampo e rido
tra i marciapiedi del cuore,
tra le crepe delle cose vere.

Io,
che mi tengo per mano
come si tiene un segreto.
Io,
che non ho paura
di essere poesia.

E tu che mi guardi,
non aspettarti che siano gli altri
a crederci per te.
Perché se non credi in te stesso,
nemmeno la luna potrà farlo al posto tuo.

Testo e voce narrante di Luigi Palamara Tutti i diritti riservati

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