CIAMBELLE DURE DI PASQUA

Tradizione tra Abruzzo e Marche...
Le ciambelle dure, o strozzose per i marchigiani…i taralli lessi per gli abruzzesi…
A Pasqua a casa non mancano mai…ne faccio poche, ma le faccio per devozione.
Figuriamoci se da piccola le amavo! Ma no! Erano dure e sapevano di anice, il solito sapore di anice che si riproponeva ad ogni dolce tradizionale, ma poi con il tempo diventano altro...diventano storia…casa…famiglia…e ti piacciono…ti piacciono proprio tanto.
Riaffiorano tanti momenti e ripercorri un tempo vissuto con le nonne, con i primi giorni profumati di primavera, con il vestito della domenica…
E non possono mancare…non devono mancare…
Allora, nel video ho scritto i miei pesi…la cosa importante per queste ciambelle è la cottura in acqua bollente, ma che non bolle…che fa quelle bollicine dal fondo…appena le mettete in acqua muovetele o si attaccheranno, basta un piccolo movimento, poi saliranno e le lascerete cuocere 3 minuti per parte. Importantissimo il riposo notturno, importante la consistenza morbida dell’impasto come se fossero gnocchi. Il bicarbonato e l’ammoniaca non sono essenziali, io li metto a volte sì a volte no. Se non li avete, fate pure senza.

INGREDIENTI PER 7 CIAMBELLINE DA 10 CM DI DIAMETRO
2 UOVA
2 CUCCHIAI DI ZUCCHERO
2 CUCCHIAI DI OLIO DI OLIVA (ma va anche bene di semi)
4 CUCCHIAI DI LIQUORE ALL’ANICE (mistrà, Sambuca, Anisetta)
2 CUCCHIAINI DI ANICE IN SEMI
220 GR DI FARINA 00
LA PUNTA DI UN CUCCHIAINO DI AMMONIACA
LA PUNTA DI UN CUCCHIAINO DI BICARBONATO
UN PIZZICO DI SALE
LIMONE GRATTUGIATO

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