Una furtiva lagrima-il Nemorino LIRICO del primo Elisir d'amore di Donizetti (da De Lucia a Merritt)
Автор: NewSong42
Загружено: 2023-01-28
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Com'era la voce del primo Nemorino? Non lo possiamo dire con esattezza, dato che le prime incisioni della storia iniziarono ad essere effettuate tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, ma possiamo confrontare alcune caratteristiche vocali del primo interprete tenorile donizettiano, presenti nella documentazione scritta, con le incisioni o le registrazioni live di alcuni dei più grandi tenori del Novecento impegnati nella più celebre aria dell'Elisir.
1. Enrico Caruso, 1903
2. Fernando De Lucia, 1917 (nonostante l'incisione tardiva in grammofono, aveva debuttato il ruolo già nel 1892)
3. Giacomo Lauri-Volpi, 1922
4. Hipólito Lázaro, 1926
5. Aureliano Pertile, 1930 (non risulta abbia mai cantato il ruolo intero, ma ha inciso l'aria in grammofono)
6. Beniamino Gigli, live 1953
7. Ferruccio Tagliavini, (video) anni '50
8. Carlo Bergonzi, (video) live 1967
9. Ugo Benelli, live 1968
10. Luciano Pavarotti, 1970
11. Yoshihisa Yamaji, (video) live 1986
12. Chris Merritt, (video) live 1987
Giambattista Genero: primo NEMORINO della storia, per il quale Donizetti creò la celebre "Furtiva lagrima" -
«Genero ha cantato con anima, sentendo bene quello che esprimeva. La tessitura della sua parte è adattissima ai suoi mezzi, ed ogni pezzo sostenuto da quel giovine cantante venne applaudito unanimemente» ("Gazzetta privilegiata di Milano", 14 maggio 1832) -
«Un duetto segue fra questi [Frezzolini] e Nemorino, che dà prove anche del bel canto, della molta esperienza di scena e del non comune valore del tenore Genero. (...) Egli è un tenore che ha un vero merito di scuola e di brio, ed una grand'anima nell'accentare la musica» ("Corriere delle dame", 15 maggio 1832) -
«Il sig. Genero poi, che ha già nella prima opera rilevato quanto questo pubblico apprezzi il suo valore, della generale estimazione ha ora qui ottenuto il secondo onore. A tutti è grato il suono della sua voce, piace a tutti il calore della sua viva espressione, l'accorta maniera di vibrare e smorzare il canto, e l'animato suo agire. Anche per la sua attenzione e per la sua energia figurano i pezzi concertati: qualità ottima, che deve molto confortare i compositori, e che fa sentire agli spettatori il valore di un'opera intiera, e non quello soltanto delle sue cabalette. Già lo dissi, che il sig. Genero ha percorso in soli quattro anni un cammino lunghissimo; l'applicazione ed il coraggio lo faranno arrivare ben presto ove non avrà più bisogno che di arrestarsi e tenersi sempre allo stesso livello: nella precedente riuscì a formarsi fra noi un bel credito, in quest'opera pervenne il sig. Genero a stabilirselo» ("Il censore universale dei teatri", 16 maggio 1832) -
«Quello dell'espressione sembra il carattere del canto del sig. Genero, e perciò piace, e perciò piacerà sempre di più, quanto più saprà avanzarsi per lo stesso cammino» ("Il censore universale dei teatri", 23 maggio 1832)
Una lettera di Donizetti stesso da Milano, al padre Andrea a Bergamo, è l'unica che si conosca che ci illumini sulla genesi dell' "Elisir d'amore":
«Signor Andrea stimatissimo,
Ma che ci andate scrivendo che parto, che protesto? Io sono qua, e tanto qua che la settimana ventura darò principio alle prove, sebbene non abbia finito, (che poco mi manca). Romani fu obbligato a finir presto ed ora m'aggiusta certe cose di scena. Ieri sera fu la prima recita ed il solo tenore è discreto, la donna ha bella voce ma ciò che dice lo sa lei. Il buffo è canino.»
N.B. - La lettera, che non è datata, si può facilmente datare, se si considera che "la prima recita" cui Donizetti fa riferimento è la serata inaugurale della stagione di primavera al Teatro della Canobbiana, che iniziò il 23 aprile 1832 con l'opera semiseria "L'orfanella di Ginevra" di Luigi Ricci, in cui cantarono tre dei protagonisti dell'Elisir d’amore: il tenore Giambattista Genero, che sarà Nemorino, il soprano Sabine Heinefetter (Adina) e il buffo Giuseppe Frezzolini (Dulcamara). Il 24 aprile, dunque, al compositore manca poco per finire la partitura.
cfr. - Genero Giambattista (?) - notizie 1829-1838
Tenore. Nativo di Schio (Bibliografia italiana febbraio 1836), aveva in repertorio opere di Bellini, Donizetti, Mercadante, Pacini e Rossini, ed era impegnato in tutte le primarie città d'Italia, da Palermo a Padova e Vicenza. Genero "può dir con ragione d'aver fatto a Piacenza furore; e siccome nella Lucia la parte del tenore, se non è la prima, è senza dubbio una parte favorevole ad un artista di buoni mezzi, co' suoi mezzi così seppe il Genero farla diventare la prima, e ne trasse un effetto stupendo, per cui con grandi acclamazioni fu egli esaltato in tutto il carnovale dai Piacentini. ("Il corriere dei teatri", 21 marzo 1838).
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