Paganella Cima di Canfedin 28/06/2020
Автор: La Traccia, Escursioni e Viaggi
Загружено: 2021-12-10
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l'escursione la trovate su https://latracciaescursioniemontagna....
l’imbocco del sentiero 612 che sale erto in mezzo ai boschi. Un cartello ci avverte che siamo nel territorio dell’orso, per cui dovremmo guardarci alle spalle…e in effetti qualche volta lo facciamo, sorpresi da qualche rumore tra gli alberi. In questa ripida parte del percorso non incontriamo nessuno, nemmeno l’orso, ci alziamo incrociando più volte una forestale restando sempre sul sentiero, il fitto bosco lascia intravedere raramente qualche spicchio del lago di Molveno. La salita è un po’ lunga e noiosa, ci distraiamo un poco ammirando le incredibili forme degli enormi alberi, soprattutto faggi e larici, contorti e a volte simili a grossi animali preistorici. Finalmente il sentiero si fa più agevole e ci regala un traverso da cui ammirare lo splendido lago e una parte delle pareti del Brenta che si alzano sopra i boschi. Proseguiamo e sbucando fuori dal bosco incrociamo una forestale che in pochi metri ci porta al Passo di San Giovanni, m. 1674. Siamo poco allenati e ci abbiamo messo due ore e mezza per arrivare sin qui, dove troviamo i primi escursionisti, molto rilassati, che devono essere saliti per la forestale e folti gruppi di ciclisti in groppa alle loro mountain bike. La vista si apre su bellissimi pascoli e, guardando i cartelli del crocevia, su numerosi itinerari. Noi imbocchiamo a sinistra il sentiero 602, passato un piccolo bosco di abeti la stradina si snoda in mezzo a meravigliosi prati verdi con le colorate fioriture degli astri alpini e altri bellissimi fiori di ogni tipo, stupendo giardino naturale impreziosito dalla vista del monte Bondone davanti a noi, del Brenta alle nostre spalle. Dopo il percorso in piano, nei pressi di una casera il sentiero sale a sinistra, continuiamo per i tornanti della stradina e, trascurando sulla destra la deviazione per il Bait del Germano che pensiamo di toccare al ritorno, raggiungiamo la conca dove sorge Malga Covelo, 1781 m. Accanto c’è una piccola cappella, ci piacerebbe fotografarla, ma una famigliola di turisti tedeschi si è disinvoltamente seduta sull’altare per consumare i panini e ci allontaniamo. Da qui saliamo ancora, seguendo al crocevia le indicazioni per il Passo di San Giacomo; la stradina passa tra cespugli di rododendri fioriti e verdi mughi, sui pascoli che ci sembrano infiniti le minuscole baite in pietra sono sparse qua e là, un tempo erano ricoveri o fienili, ora sono state recuperate con gusto e sono frequentate dai proprietari. Guadagnato il Passo di San Giacomo, 1962 m., l’ultima fatica per raggiungere Cima Canfedin a quota 2034 m., la Croce e la bandiera con il libro di vetta. Sono le ore 14. Il panorama è grandioso e vastissimo nonostante le velature nuvolose che ci nascondono il Brenta. Vicino alla croce c’è un osservatorio panoramico e possiamo “chiamare per nome” tutte le vette che ci circondano a 360 gradi, anche le più lontane delle Alpi Orientali. Da questa terrazza naturale ammiriamo a picco sotto di noi la Valle dell’Adige, Trento, la Valle dei Laghi Lamar, Santa Massenza e Toblino, giù fino al Lago di Garda. Ci pare di poter toccare la Cima della Paganella, il Palon e le Tre Cime del Bondone: Doss d’Abramo, Cima Verde e Cornetto. Dopo una sosta per consumare i nostri panini, non ci facciamo scappare il monte Canfedin 2046 m., la cima sorella, sede di una "biblioteca" di volumi rocciosi. Ci arrampichiamo sulle “pagine” che affiorano tra i mughi, per fortuna questo è il periodo della fioritura e le rocce e i prati sono piene di fiori, rododendri, botton d’oro, ci sono anche delle bellissime stelle alpine. Anche qui il panorama spazia fino all’infinito. Per il ritorno tagliamo per i prati, tocchiamo l’orlo del Boal, un bellissimo anfiteatro roccioso dove gli spalti sembrano sedili per spettatori giganti e seguendo i cartelli facciamo la deviazione - scorciatoia per il “Bait del Germano”. Lasciamo l’altopiano prativo scendendo abbastanza ripidamente fino al ristoro, metri 1800, che però per quando arriviamo è chiuso, purtroppo niente birre. Continuiamo la discesa per la scorciatoia e raggiungiamo il Passo di San Giovanni. Qui invece di tornare per la stesso itinerario del mattino, prendiamo il sentiero 644 "de la Mars" che con un lungo (molto lungo) percorso prima si allontana dal lago verso ovest, poi scende ripido e finalmente si decide a piegare verso Molveno. Il sentiero però è più panoramico e vario, si inoltra in bei boschi con enormi alberi, esce su cenge con vista sul lago, passa tra gli affioramenti di bianche rocce, le “Paretine Bianche” prima di riportarci al Lago di Molveno.
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