Le allucinazioni dell’intelligenza artificiale (ChatGPT, Gemini, Grok)

In questo intervento, l’avvocato penalista Davide Tutino affronta un tema attuale e al tempo stesso sottovalutato: le cosiddette "allucinazioni" dell’intelligenza artificiale, con particolare riferimento al funzionamento dei più comuni modelli di IA. Il termine "hallucination", mutuato dal lessico tecnico dell’IA, indica la capacità dei modelli linguistici di generare contenuti completamente inventati, ma resi in modo tanto plausibile da risultare ingannevoli. I software di IA,, infatti, non consultano banche dati, non verificamo la veridicità delle affermazioni, non distinguono tra vero e verosimile: prevedono semplicemente la frase più probabile in base al contesto linguistico. Il risultato è che, nel rispondere a quesiti anche giuridici, il modello può costruire sentenze inesistenti, articoli di legge inventati, nomi di professionisti mai esistiti, il tutto con la sicurezza e la compostezza di un manuale universitario. Un rischio concreto, soprattutto nel campo del diritto, dove ogni riferimento deve poggiare su fonti verificabili, dove una citazione giurisprudenziale errata può compromettere una consulenza, un atto o persino una decisione giudiziale. Durante la lezione vengono illustrati casi concreti, esempi giuridici di allucinazioni e indicazioni operative per un uso consapevole di questi strumenti. L’intelligenza artificiale, ci ricorda l’autore, può essere un utile assistente, ma resta priva di senso critico, di consapevolezza e di autentica competenza giuridica.