DUE LAGER, DUE VERDETTI OPPOSTI: IL PARADOSSO DEGLI INTERNATI | 06/12/2025
Автор: Rete Veneta
Загружено: 2025-12-06
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TG Vicenza 06/12/2025 - PIOVENE ROCCHETTE - Mentre il tribunale di Trento nega il risarcimento alla famiglia del maresciallo dei carabinieri Staffoni, morto in un lager della Prussia nel 1944, quello di Roma lo riconosce per gli stessi motivi agli eredi di un soldato di Rovigo. Il nodo è la qualificazione giuridica delle sofferenze nei lager: reati prescritti o crimini di guerra imperscrittibili? || Due storie quasi identiche, due verdetti opposti. È il nodo giuridico e umano che riemerge dalle vicende di due militari italiani internati dal Terzo Reich, accomunati dalle stesse sofferenze, ma separati da decisioni giudiziarie che oggi sollevano più di un interrogativo. Qualche mese c'è stato il caso del maresciallo dei carabinieri Antonio Staffoni, di Piovene Rocchette, cui è intitolata la sezione dei carabinieri in congedo. Dopo l’8 settembre 1943 rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale e per questo venne deportato dai nazisti nel lager di Stargard, in Prussia. Morì nel 1944, a 45 anni, denutrito, senza cure e consumato dalle torture del lavoro forzato. Ma il Tribunale civile di Trento ha respinto la richiesta di risarcimento dei familiari di Schio: per il giudice non si tratta di un crimine di guerra imprescrittibile, bensì dei reati comuni di sequestro e riduzione in schiavitù, ormai prescritti. Nei giorni scorsi c'è stata una decisione opposta del tribunale di Roma, che ha riconosciuto un risarcimento di 82 mila euro agli eredi di Dino Pozzato, soldato polesano internato a Mauthausen e nei campi austriaci. In quel caso il giudice ha definito le sofferenze subite come un vero crimine di guerra e contro l’umanità, dunque imprescrittibile. Furono 600 mila gli Internati Militari Italiani, privati di ogni diritto, trattati come schiavi e sottoposti a violenze sistematiche. Due interpretazioni opposte della stessa realtà storica: da una parte la linea più larga del tribunale di Roma, dall’altra la lettura più severa adottata a Trento. In ballo non c’è solo un indennizzo economico, ma il riconoscimento morale di migliaia di italiani che nei lager non furono prigionieri di guerra: furono vittime di un crimine che la storia non dovrebbe mai considerare prescritto. Come ha fatto il tribunale di Roma. (Servizio di Ivano Tolettini) - Segui Rete Veneta anche sul digitale terrestre! Visita il sito https://reteveneta.medianordest.it
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