Educazione fisica a scuola: la Cenerentola delle materie?
Автор: Benessere
Загружено: 2016-01-26
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Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità i bambini italiani, rispetto ai coetanei europei, sono tra i più grassi e pigri: fra i 6 e 17 anni il 26,9% è in eccesso di peso e il 18% pratica sport solo per un’ora a settimana o meno. All’educazione motoria nelle scuole italiane è troppo spesso affidato un ruolo di second’ordine, relegata alle sole due ore settimanali. Ma, come rivelano gli esperti, non è da sottovalutare l’aspetto formativo di tale materia, sia per lo sviluppo del fisico, che per la socializzazione, che a livello di supporto all’apprendimento. Infatti è stata riscontrata una correlazione tra la capacità di applicarsi alla disciplina sportiva e l’efficacia del metodo di studio: i ragazzi sul campo imparano a gestire le ansie, il confronto, lo stimolo per il superamento dei propri limiti e impiegano tali tecniche anche nelle altre materie scolastiche.
Dal 2013 è stato inserito nell’ordinamento scolastico il liceo Scientifico Sportivo, un indirizzo nuovo che punta all’ampliamento delle ore di educazione fisica, fino a 6 settimanali, e all’introduzione di materie economiche e gestionali legate al mondo delle società sportive, per formare gli atleti e i dirigenti sportivi di domani. In generale, però, le ore dedicate all’insegnamento di attività motorie è molto basso, soprattutto nella scuola primaria. I bambini trascorrono in media 6 ore al giorno seduti in classe o a fare i compiti, il 18% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni pratica sport solo per un’ora a settimana o meno e il 36% guarda la tv e gioca con i videogiochi per più di due ore al giorno.
Un esempio d’integrazione tra sport e scuola è Sportiamo, un progetto lanciato dall’istituto Imiberg di Bergamo attraverso una nuova didattica costruita con esperti di sport e alimentazione, dove l’attività fisica tra le mura scolastiche ha un ruolo centrale contro stress e sedentarietà. È importante che scuola e famiglia aiutino i ragazzi a ritagliarsi del tempo per l’attività fisica, trovando il giusto equilibrio tra sport e studio, senza togliere spazio all’uno o all’altro, perché devono essere intesi come aspetti complementari dello sviluppo di bambini e adolescenti in età scolare e non antagonisti.
Interviste, riprese e montaggio di Silvia Valenti
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