Eneide – Libro V: I giochi funebri per Anchise

Descrizione
Il quinto libro dell’Eneide è un momento di pausa solo apparente: dopo la tragedia di Didone, Virgilio rallenta il ritmo e mostra Enea in una dimensione diversa, più solenne e comunitaria.
La flotta approda in Sicilia, a Drepanum, presso la tomba di Anchise. In suo onore Enea indice i giochi funebri: una gara di navi, una corsa a piedi, il duello dei pugili, la prova dell’arco. Ogni competizione diventa celebrazione di virtù fondamentali per il futuro romano: forza, resistenza, esperienza, precisione.
Il confronto con l’Iliade è inevitabile: i giochi di Achille per Patroclo (libro XXIII) esaltavano l’agonismo e l’onore individuale; quelli di Enea, invece, mettono al centro la pietas e l’equilibrio del comando. L’eroe premia tutti, anche chi sbaglia, valorizzando la comunità più che il singolo.
Non mancano i segni del fato: il prodigio della freccia di Aceste che prende fuoco in volo, le navi incendiate dalle donne troiane stanche del viaggio, e infine il sogno in cui Anchise chiama il figlio a scendere nell’Oltretomba.
Il Libro V non è un semplice intermezzo: è il rito che prepara la rivelazione. Roma non è ancora nata, ma il suo fondatore ha imparato a guidare un popolo, ad accettare il sacrificio e ad ascoltare il destino.

📖 Fonte primaria: Virgilio, Aeneis, Liber V (vv. 1–871).
Edizione di riferimento: Virgilio, Eneide, a cura di Gian Biagio Conte, Milano, Mondadori, 2003.


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