LA TRANSUMANZA DEL MODESTO: L'ASCESA ALLA MALGA

L'appuntamento era alla cinque del mattino, in contrada San Giorgio a Campofontana, nella Lessinia veronese orientale, dove Modesto Gugole, allevatore storico, ha la stalla.
Ed eravamo davvero in tanti, almeno una settantina di persone che hanno affrontato l'alzataccia (che per Modesto e i suoi figli Ettore e Graziano in realtà è una cosa normale) per accompagnare le 120 vacche ai pascoli verdeggianti che le attendevano a Folignani di Cima.

Appena aperti i cancelli, le vacche si sono fiondate fuori facendo suonare i campanacci messi poco prima, con le capobranco a tirare tutte le altre, perché é davvero così che funziona.
E allora via, con gli accompagnatori sparsi lungo tutto il corteo a quattro zampe, pronti ad affrontare l'impegnativo dislivello.
Campofontana si trova a circa 1200 metri di altitudine. Ma da lì siamo scesi a Giazza, capoluogo cimbro, che invece si trova a 700, e quindi risaliti per il fatidico sentiero delle Giosse, una mulattiera che si inerpica per circa 5 chilometri su un ripido pendio che porta fino alla località Parparo, dove siamo a circa 1500 metri. Un breve tratto asfaltato ci ha poi portati all'ingresso della valletta superata la quale, dopo circa tre chilometri, si arriva a Malga Folignano di Cima a circa 1670 metri.

Un tragitto lungo, impegnativo, bellissimo, portatore di fatiche ma anche di condivisione di valori sempre più rari, perché il "cargar montagna", come si diceva un tempo, sempre più raramente si fa a piedi e con i tempi che corrono e la mancanza di comprensione e rispetto per chi fa questo lavoro, si rischia che sempre meno addirittura si portino gli animali al pascolo.

Ho affrontato questa salita vivendola anch'io la fatica, che Modesto fa praticamente da sempre accompagnando i suoi animali (alcune vacche hanno anche 12 anni) in un paradiso dove rimarranno almeno fino alla metà di ottobre. E ancora una volta sono contento di poter dire che esperienze come questa ti rendono un po' più ricco, perché non esistono filtri che rivelino una realtà diversa, più comoda o più generica.

Grazie quindi alla famiglia Gugole per avermi permesso di viverla con tutti voi e con i bravissimi volontari!

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