Campo Tartano (SO) - inno "Iste Confessor"
Автор: Simone Margnelli
Загружено: 2017-09-17
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TARTANO (Sondrio), frazione CAMPO
Chiesa parrocchiale di S. Agostino, Vescovo e Dottore della Chiesa
Spezzoni dell'inno "Iste Confessor" cantato in occasione della processione con la statua di S. Agostino, nel giorno della festa patronale.
Data della registrazione: domenica 27 agosto 2017.
IL TESTO E LA MELODIA
Il testo dell'inno è tratto del vecchio breviario romano, ed era previsto come inno dei Vespri nelle memorie dei Confessori non pontefici. La melodia che si può ascoltare, invece, è tipica di quel ricchissimo e variegato repertorio di canto popolare, di tradizione orale, che ha rappresentato la base ordinaria di tutta la liturgia delle parrocchie valtellinesi fino agli anni Settanta del secolo scorso (anche oltre), e ancora ben radicato nella memoria collettiva dei nostri paesi.
IL RITO
Nel giorno della festa patronale di S. Agostino, al termine della Messa solenne, si svolge la processione con la statua del santo titolare della parrocchia, che dalla chiesa di Campo si dirige fino al cimitero del paese per poi tornare, lungo il medesimo percorso, presso la chiesa parrocchiale.
Durante il tragitto si canta l'Iste Confessor: ogni strofa viene intercalata dalla strofa iniziale (Iste Confessor Domini colentes) ripetuta a mo' di ritornello. Tradizionalmente le varie strofe venivano cantate dagli uomini (o dai cantori), mentre le donne (o tutti i fedeli) rispondevano con il ritornello (Iste Confessor... ecc...). Tra una strofa e l'altra è consuetudine effettuare una pausa di silenzio, prassi diffusa anche in molti altri paesi della provincia.
Al reingresso della processione presso la chiesa parrocchiale viene impartita la benedizione finale a conclusione della cerimonia.
TESTO DELL'INNO "ISTE CONFESSOR":
Iste Confessor Domini colentes
quem pie laudant populi per orbem,
hac die laetus meruit supremos
laudis honore.
Qui pius, prudens, humilis, pudicus,
sobriam duxit sine labe vitam,
donec humanos animavit aurae
Spiritus artus.
Cuius ob praestans meritum frequenter
aegra quae passim iacuere membra,
viribus morbi domitis, saluti
restituuntur.
Noster hinc illi chorus obsequentem
concinit laudem celebresque palmas,
ut piis eius precibus iuvemur
omne per aevum.
Sit salus illi, decus atque virtus
qui super caeli solio coruscans,
totius mundi seriem gubernat,
Trinus et Unus. Amen.
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